Galateo da spiaggia per bagnanti a modo
Dieci regole bastano a non rovinare il relax proprio e altrui Gli opuscoli distribuiti lungo le coste di tutto il Lazio
.E coprire la «ciccia» di troppo con candide magliette per pranzare al ristorante in riva al mare. E se poi vedete sventolar bandiera gialla non mettetevi a ballare ma chiudete l'ombrellone perché il vento potrebbe portarvelo via. In spiaggia, per essere «in», bisogna conoscere le regole. Dieci fondamentali regole racchiuse in un opuscolo dal Sib, il sindacato degli imprenditori balneari, nel galateo da spiaggia. Verrà diffuso nei prossimi giorni nelle località turistiche del Lazio. Da Ostia a Fregene, Sabaudia, Sperlonga. Ed ecco il primo, fondamentale comandamento per chi vuol destreggiarsi con il bon-ton delle vacanze. Depositate in cabina e negli spogliatoi magliette, pantaloni e scarpe. Non ammucchiare gli indumenti sulla spiaggia come i «fagottari» Anni Sessanta tantomeno appendeteli agli ombrelloni. Non sta bene (per i vicini di sdraio) vedere slip e mutandoni sventolare durante il bagno di sole. Regola numero due: non occupare la battigia con lettini, asciugamani, valanghe di secchielli e palette dei pargoli di turno. Quella sottile striscia di sabbia larga cinque metri e accarezzata dalle onde, in caso di emergenza, deve porter essere utilizzata da bagnini e soccorritori. Stando al galateo è bene non fermarsi neppure a chicchierare sulla battigia né a giocare a racchettoni. Meglio camminare. Se si alza il vento, chiudere subito l'ombrellone per scongiurare che la bufera lo sfili dalla sabbia e conficchi l'acuminato bastone sulla famigliola che sta prendendo la tintarella lì accanto. Come fare a sapere quando la brezza non è più brezza ma pericolosa tempesta? Niente paura. Lo dirà il bagnino issando la bandiera gialla. Se, invece, la bandiera è rossa è vietato tuffarsi. Il vento può anche non esserci ma in mare le onde sono troppo alte e si rischia di affogare. Pure in questo caso è l'esperienza dei marinai di salvataggio a decidere. Maestri dell'immancabile cerimonia che si celebra ogni estate sulle spiagge d'Italia. Prima di tuffarsi, quando il mare è calmo, occorre entrare gradualmente in acqua bagnando prima il capo e le braccia per raffreddare la temperatura del corpo, soprattutto se la mattina la si è trascorsa immobili sotto il sole ad arrostirsi. Inutile dire che dall'ultimo pasto devono essere trascorse almeno tre ore altrimenti la congestione è quasi assicurata. Meglio poi non caricare mogli, sorelle, zie e suocere tutte sullo stesso pedalò. Non tanto per scongiurare inevitabili risse in famiglia, quando per rispettare il numero dei passeggeri consentiti. Da due a sei secondo i modelli. Far salire a bordo tutto il parentado può condurre al naufragio e non ci sarà nessuna isola a salvare i naufraghi. Famosi o sconosciuti che siano. «Gettare i rifiuti nei cestini e le cicche nei portacenere, non sulla sabbia», è il comandamento riservato agli sporcaccioni. Non fumare se sotto l'ombrellone accanto l'odore di sigari e sigarette non è gradito è un gesto indispensabile che testimonia «savoir faire». Così come è buona norma usare radio e walkman soltanto con le cuffie, avere la suoneria del telefonino al volume minimo e conversare a bassa voce. Evitando di rovesciare sui malcapitati compagni di spiaggia liti e discussioni con mogli, mariti e amanti. Il bon-ton per i bambini invita a giocare a palla «negli appositi spazi» e non a simulare partite di beach volley tra i bagnanti. «Non portar via sabbia e conchiglie come souvenir», è il comandamento per i turisti stranieri con il vizietto di raccogliere, a testimonianza dell'italica vacanza, proprio un pezzetto di quelle spiagge che li han fatti sognare. Spiagge a cui abbiamo voluto dare un voto, in base alla qualità del mare e ai servizi offertti. (hanno collaborato Cosimo Bove ed Ercole Bersani)