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Niente sconti, Polverini: il nuovo ticket non si tocca

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E' di circa dieci milioni di euro l'anno il tesoretto che la Regione Lazio riuscirà a ottenere dalla maggiorazione di 10 euro del ticket sulle visite specialistiche. La cifra viene stimata da fonti interne all'assessorato alla Sanità e confermata da alcuni manager di Asl e aziende ospedaliere ed è perfettamente in linea con quanto oggi la Regione incassa dai ticket attualmente applicati su codici bianchi di pronto soccorso e specialistica. Secondo la governatrice Polverini, infatti, ogni anno la Regione incassa dai ticket 35 milioni di euro (la cifra è la media tra 30 e 40 milioni, forbice indicata dall'assessorato per quanto riguarda gli introiti da ticket); di questi 35 milioni, solo 1,2 provengono dai codici bianchi (i casi meno gravi di pronto soccorso per cui si pagano 25 euro), che nel Lazio sono in netta diminuzione. Da quando il ticket è stato introdotto (nel 2007 dalla giunta Marrazzo), infatti, gli accessi in codice bianco nei pronto soccorso si sono praticamente dimezzati, senza aumenti apprezzabili negli accessi con codice verde, aumentati in media del 3%. Tradotto: l'introduzione del ticket ha funzionato come deterrente per chi non stava poi così male e ha preferito andare dal medico di base anziché pagare 25 euro al pronto soccorso. Naturalmente, le fasce deboli (anziani, disoccupati, invalidi, persone affette da malattie rare o croniche e così via) non pagano il ticket, ragion per cui la cifra di 35 milioni potrebbe sembrare bassa se paragonata all'enorme numero di prestazioni erogate (una Asl media ne esegue più di 5 milioni l'anno). È per questo che la governatrice sta valutando «almeno la possibilità di alzare le fasce di esenzione». La Polverini nel fine settimana ha parlato con i tecnici e ieri ha studiato dati e simulazioni per cercare «di capire come una Regione, seppure indebitata, può dare una risposta a persone che vivono in un Paese con gravi problemi finanziari e non meritano questo ulteriore balzello. Nell'ambito di quella che è la nostra competenza e della compatibilità finanziaria cercheremo di dare una risposta. Ci interessa capire se e quanti cittadini possiamo salvare». Sulla sospensione del ticket la Polverini è però lapidaria: «Non è tecnicamente possibile. Nel momento in cui noi andiamo a dare una risposta diversa rispetto a quello che prevede la legge finanziaria del governo, dobbiamo garantire la copertura. Fino a quel momento noi non possiamo tecnicamente sospendere, come invece qualche altra Regione sta facendo. Intanto applichiamo la norma poi troviamo soluzioni compatibili con la nostra situazione». La governatrice si confronterà con i ministeri competenti e giovedì porterà la questione in Conferenza Stato-Regioni. Le cose stanno così: il governo garantiva una copertura finanziaria che con la crisi non è più in grado di sostenere. Da oggi quella copertura dev'essere assicurata dalle Regioni che o introducono i ticket o devono trovare altri strumenti per reperire quelle somme. La sanità del Lazio, con i conti disastrati, è commissariata e il commissario, cioè la Polverini, deve confrontarsi con Palazzo Chigi su ogni passo da compiere. Intanto l'opposizione attacca. Il capogruppo Pd alla Pisana Montino invita a «congelare i ticket e discuterne in Aula», sottolineando come la Regione abbia già provveduto a inviare «ai direttori generali di Asl e ospedali, così come agli accreditati, la circolare» per applicare il ticket di 10 euro sulla specialistica. Il consigliere regionale Pd Foschi invita i cittadini allo «sciopero del ticket». Intanto Asp-Laziosanità fa sapere di essere «già tecnologicamente pronta rispetto al nuovo sistema tariffario».

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