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Il progetto Eur spa non piace. E rispunta la questione amianto

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L'ultimaoccasione è stata l'assemblea partecipativa, che si è svolta ieri nell'auditorium dell'istituto Massimo, e alla quale era presente anche l'assessore comunale all'Urbanistica, Marco Corsini. A non andare giù ai residenti è soprattutto il 31% di cubature destinate ad aree private (sei edifici, di cui due a torre), contro il 53% di opere pubbliche (che prevedono un parco sul vecchio sedime del Velodromo, oltre a un asilo e una scuola materna) e il 16% di viabilità. Per gli abitanti si tratta di «un consumo indiscriminato del territorio», di «un intervento per arricchire le casse di alcuni». Per l'assessore, invece, di «un'opera di valorizzazione». E proprio di valorizzazione aveva parlato qualche giorno fa l'ad di Eur spa Riccardo Mancini, presentando il risanamento di bilancio dell'azienda che ha presentato il progetto nell'area dell'ex velodromo. Intanto, ieri è rispuntato il caso amianto. Due anni fa (dalla denuncia del Comitato amianto Velodromo riguardo alla dispersione nell'aria di polveri di eternit dopo l'implosione della struttura) erano partite le indagini preliminari terminate con il decreto di citazione a giudizio nei confronti del direttore dei lavori incaricato, da Eur Spa, a far esplodere il Velodromo. L'accusa è getto pericoloso di cose (articolo 674 del codice penale). Ma per il presidente del comitato, Alberto Russo, l'accusa è troppo lieve. «Chiederemo il disastro colposo».

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