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Mezz'ora da incubo

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Unragazzo di 24 anni, studente universitario alla Sapienza, l'altra mattina è stato inseguito da due rapinatori, dallo scalo ferroviario di Ladispoli fino a Roma, prima a piedi, poi sul treno. Tutti e tre sono residenti nella cittadina sul litorale. La grande fuga è terminata alla stazione di Trastevere, con la richiesta di aiuto ai carabinieri del tenente Carmice Gebiola e l'arresto dei due, un romeno incensurato di 18 anni e un romano di 20, armato di coltello a serramanico (15 entimetri di lama) con un precedente di sei mesi fa per aggressione a un altro ragazzo alla stazione Termini. Il brutto incontro alle 9,30. Il giovane di 24 anni sta andando alla stazione di Ladispoli per prendere il treno diretto a Roma: deve raggiungere La Sapienza dove frequenta la facoltà di Filosofia. I due malviventi sono già lì. Si guardono intorno alla ricerca di qualcuno da rapinare. Vedono lo studente, il suo atteggiamento tranquillo, pensano che sia una preda facile e lo affrontano: «Se non ci dai quello che hai addosso ti prendi una coltellata». La vittima è pacata ma non si perde d'animo. Cerca di dileguarsi tra la folla sulla banchina dello scalo ferroviario. Una signora, che lavora in uno degli esercizi alla stazione di Ladispoli, nota la scena e cerca di dare una mano alla vittima. Comincia a gridare, richiama l'attenzione delle gente sui due malintenzionati che a quel punto fanno finta di niente, abbassano lo sguardo e se ne vanno. Ma non a molta distanza. I due non perdono di vista lo studente, sono decisi a rapinarlo, a non farselo scappare. E ci riescono. Vedono lo studente che sale sul treno per Roma e imboccano anche loro. Il viaggio è una sfida continua. I tre incrociano lo sguardo. Il ragazzo prova a seminarli spostandosi da una carrozza all'altra. Non serve, i due gli sono sempre alle spalle: «Allora non hai capito? Devi darci quello che ha in tasca (telefono cellulare e 60 euro, ndr) altrimenti oggi ti prendi una coltellata». Il giovane si mette seduto accanto ad altri passeggeri, rendendo agli inseguitori le cose sempre più difficili, convinto che non oseranno mai aggredirlo davanti a testimoni. E ha ragione. I predatori non si muovono, lo guardano e aspettano che la situazione cambi. Pendano: il treno arriverà a destinazione, lui sarà costretto a scendere e allora lui dovrà arrendersi. Ancora una volta, però, le cose non vanno come previste. Trenta minuti dopo, il treno arriva alla stazione di Trastevere. Il tranquillo studente gioca sui minuti. Ragiona e conclude che in questa sfida vince chi è più svelto. Sa che lo scalo è sempre pattugliato da carabinieri e militari dell'Esercito. Scende dal vagone e si fionda sui primi che vede. In fretta racconta loro quello che sta succedendo. Fine dell'incubo: i due finiscono in manette.

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