Un commissario

dall'inviatoa PECCIOLI (PISA) Dario Martini L'era del dopo-Malagrotta è già iniziata. Ieri mattina la governatrice Polverini ha compiuto la sua missione nella discarica di Peccioli, piccolo Comune immerso nelle verdi colline toscane in provincia di Pisa. Ormai la Regione ha scelto: il nuovo impianto di trattamento dei rifiuti con annessa discarica e impianto per la produzione di energia elettrica sorgerà a Pizzo del Prete, nel Comune di Fiumicino. E verrà costruito su immagine e somiglianza di quello di Peccioli. Erano diverse settimane che l'assessore ai Rifiuti, Pietro Di Paolo, faceva dei sopralluoghi nella discarica toscana per studiare il sistema di conferimento e trattamento dei rifiuti. Ieri il dado è stato tratto. I tempi di costruzione sono di almeno tre anni («I lavori? Spero che partano presto», dice la Polverini). Nel frattempo bisogna decidere dove creare la discarica provvisoria che dovrà accogliere i rifiuti a partire da gennaio, quando Malagrotta verrà chiusa. «E non verrà più riaperta», assicura la Polverini. Il sito andrà scelto tra i sette indicati nell'ordinanza che ha concesso l'ultima proroga alla discarica di Cerroni. Sono stati indicate sei località: Corcolle, Monti dell'Ortaccio (dovrebbe essere escluso per la sua vicinanza con Malagrotta), Castel Romano-Quartaccio, Osteriaccia (Fiumicino), Quadro Alto (Riano) e Pian dell'Olmo (Riano). La scelta al momento dovrebbe ricadere proprio su quest'ultimo, al confine tra Roma e Riano. Una decisione che potrebbe dover prendere un nuovo commissario per i rifiuti. Ad aprire a questa possibilità è la stessa Polverini: «Non chiederò un commissario per l'attuazione del piano rifiuti. Ma stiamo valutando la possibilità se chiedere il commissariamento solo per la chiusura di Malagrotta. Ci vuole una figura molto autorevole, per evitare che diventi un problema di ordine pubblico». Il nome c'è già, è quello del prefetto Giuseppe Pecoraro. Per la Polverini è «auspicabile, sarebbe la persona giusta che affronta tutti i giorni i problemi dei cittadini». La scelta della discarica provvisoria (di circa tre anni) ricadrebbe quindi su di lui: «Se ci fosse un commissario se ne occuperebbe lui», spiega la governatrice. Ma il commissariamento riguarderebbe solo la discarica e non l'emergenza rifiuti, come fu nel caso di Marrazzo. Il Piano dovrà quindi comunque passare per l'approvazione del Consiglio regionale. «Il testo arriverà nell'Aula della Pisana entro l'estate, al massimo a settembre», assicura la governatrice. Ma tutto questo non basta. Il piano della Regione prevede altri tre punti fondamentali. Il primo è garantire cinque impianti per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti (tmb) a Roma. Attualmente ce ne sono quattro (Rocca Cencia, Salaria, due a Malagrotta). L'assessore Di Paolo ricorda che oggi a Malagrotta «arrivano 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno da Roma, Fiumicino, Ciampino e Vaticano. I quattro attuali impianti di tmb hanno una portata di 935 mila tonnellate l'anno. Realizzando nel nuovo sito di Fiumicino il quinto impianto da circa 300 mila tonnellate potremo coprire le esigenze anche agli attuali livelli di differenziata». In questo modo non ci saranno più rifiuti non trattati (il cosiddetto «tal quale») che finiranno in discarica. Serve però un quarto gassificatore nel Lazio. La Regione spera ancora che il Consiglio di Stato permetta l'apertura di quello di Albano (bocciato dal Tar). La decisione arriverà ad ottobre, in caso negativo bisognerà trovare un'altra località. La Polverini ha assicurato che «non sarà a Fiumicino». Sta però per aprire la terza linea dell'inceneritore di San Vittore che è stata appena terminata. Anche il gassificatore di Malagrotta è pronto al raddoppio ma i lavori della seconda linea non sono ancora ultimati. Infine c'è la raccolta differenziata. Roma è ferma a poco più del 50%. La Regione punta a 65%. Al momento basterebbe anche la metà.