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Taglia e cuci di Atac su biglietti e personale

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Unpiano industriale di rigore e austerità quello approvato ieri dal Cda dell'Atac. Aumento del biglietto dell'autobus e una «contrazione» dell'organico aziendale di 1.450 persone. «Gli obiettivi da raggiungere entro il 2015 sono due il risanamento finanziario e un miglioramento significativo della qualità dei servizi - spiega il presidente Atac, Francesco Carbonetti - Abbiamo trovato una situazione in cui il patrimonio netto dell'azienda risulta completamente in rosso, per questo puntiamo alla riduzione dei costi, prevedendo anche l'internalizzazione di alcuni servizi, la razionalizzazione della rete con l'eliminazione dei chilometri non produttivi o che presentano duplicazioni». Il piano si incentra poi sulle delibere approvate qualche giorno da dall'Assemblea capitolina sul conferimento ad Atac di «Atac patrimonio» che porterà 454 milioni e altri 250 milioni verranno dalla cessione degli immobili in disuso. Il piano industriale, ricordiamo, dovrà passare l'esame del Campidoglio e anche della Regione, e prevede tra l'altro investimenti per 462 milioni per l'acquisto di nuovi autobus, riqualificazione di 11 fermate metro, pensiline e abbattimento delle barriere architettoniche. Ma vediamo nel dettaglio gli aumenti delle tariffe. Gli abbonamenti mensili (circa 90 mila) passano da 30 a 35 euro; quelli annuali da 230 a 280 euro (circa 100 mila. Per gli studenti resta a 150 euro). Invariate le tariffe per studenti, anziani (18 euro al mese), invalidi (4 euro)e disoccupati (16 euro). In tutto 300 mila persone. Ancora, verrà chiesto di rivedere i criteri di gratuità dei mezzi pubblici che riguardano 200 mila persone e di queste 90 mila per effetto di leggi regionali. Il costo del biglietto passa invece da 1 euro a 1,50 euro. L'aumento del 50% viene tuttavia indorato dall'aumento del tempo in cui utilizzare il biglietto che passa da 75 a 100 minuti. Il bit giornaliero sale invece da 4 a 6 euro, il settimanale da 16 a 21 euro. Durissimo il commento delle opposizioni che vedono negli aumenti del biglietto una conseguenza di parentopoli, mentre per la maggioranza capitolina si tratta di un piano di rilancio e di uno scotto da pagare per i romani dovuto ai danni lasciati dal centrisinistra. Sus. Nov.

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