In barella 3 giorni prima del ricovero
Tre giorni in barella al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo prima di essere ricoverati. Nel corso di quest'anno potrebbero essere 408 i pazienti cui toccherà questa sorte prima che gli venga assegnato un reparto. Il collasso del pronto soccorso dell'ospedale di Circonvallazione Giancolense è tutto in questi numeri. La proiezione è stata realizzata comparando i dati degli scorsi anni e quelli dei primi mesi del 2011 sull'affluenza al pronto soccorso del San Camillo. Un dato che preoccupa i medici di Anaao-Assomed, riuniti ieri per una tavola rotonda a cui ha partecipato anche il direttore generale del San Camillo Aldo Morrone. I medici di Anaao-Assomed ricordano che negli ultimi anni l'ospedale ha subìto il taglio di 300 posti letto per effetto del piano di rientro di Marrazzo. Nonostante ciò i costi di gestione sono aumentati. Morrone ha proposto una lettura «differente» dei dati: «Siamo passati dal 2006 a oggi da 1060 a 833 posti letto, ma il rapporto posti letto-ricovero è rimasto invariato. Siamo passati dal 95% al 97% di occupazione dei posti letto, significa che a fronte di una situazione di crisi voi medici avete lavorato anche meglio di prima». Il pronto soccorso del San Camillo resta comunque nel mirino. Il segretario provinciale della Uil-Fpl Paolo Dominici va giù duro: «Il pronto soccorso patisce una metastasi strutturale oltreché organizzativa. La struttura pur essendo di recente realizzazione presenta dei deficit fisici notevoli. Secondo noi dovevano essere previsti ambienti e medici per ciascuna specialistica». Secondo Dominici i tempi di attesa «si aggravano ancora di più» anche in considerazione «dell'estensione territoriale del nosocomio che è vastissima e che ricomprende anche quella del Forlanini». Ma la colpa va ricercata anche nella «carenza organica del personale medico costretto a effettuare le consulenze in pronto soccorso chiamato magari mentre sta visitando in reparto. Per questo si ricorre troppo facilmente e per ogni caso agli esami diagnostici». Con un conseguente allungamento dei tempi d'attesa. «A ciò si aggiunga - prosegue Dominici - che il personale infermieristico, insufficiente e male organizzato, corre dietro le disfunzioni del sistema oltre a occuparsi del malato che, comunque, rimane al centro degli operatori». Per Dominici gli accessi sono diminuiti del 12-13% negli ultimi 3 anni, «segno della sfiducia degli utenti. Più volte abbiamo sollecitato un intervento della Direzione Generale e dei dirigenti, che però non hanno avuto la sensibilità giusta per recepire l'sos lanciato». Per Dominici ora «bisogna investire sulla struttura, riparando agli errori originali fisici e strutturali, investendo sul personale, derogando il blocco delle assunzioni, una misura assurda. Il San Camillo è attaccato ad un respiratore con ancora pochissimo ossigeno, se il dg Morrone continuerà a distrarsi in operazioni di visibilità il San Camillo morirà come altri gloriosi ospedali delal Capitale colpiti dagli attacchi di Marrazzo e della Polverini».