Rione Monti, due pernacchie all'origine del pestaggio
Due pernacchie, due sberleffi potrebbero essere alla base della rissa che ha ridotto un uomo in fin di vita la notte del 26 giugno scorso nella zona del Rione Monti a Roma. Il dato emerge dagli atti depositati presso il tribunale del riesame che domani discuterà i ricorsi presentati dai legali di Christian Perozzi, Carmine D'Alise e Brian Gaetano Bottigliero, arrestati per l'aggressione del musicista Alberto Bonanni . Nella testimonianza di un residente verrebbe individuata la miccia che ha scatenato l'aggressione. «Mi sono affacciato alla finestra - racconta l'uomo agli inquirenti - per chiedere a dei giovani in strada di abbassare la voce. Per tutta risposta ricevevo una pernacchia», ha raccontato, e dopo essersi riaffacciato riceveva «una seconda pernacchia». Una delle persone in strada, riferisce di essere rimasta stupita per queste lamentele: «Non stavamo facendo nulla che potesse disturbare alcuno visto che stavamo solo parlando anche tranquillamente tra di noi». Un altro teste, una studentessa, racconta che «dopo qualche minuto siamo ritornati indietro e abbiamo visto lo stesso signore di prima affacciato alla finestra che urlava e imprecava nei confronti dei nostri amici. Poi ha urlato che stava scendendo e di non muoverci. Così abbiamo deciso di andarcene, ma lo stesso signore di prima ormai sceso sulla strada ci ha inseguito fino all'angolo di via Leonina. Giratami mi sono accorta che aveva un bastone in mano». L'uomo quindi avrebbe afferrato un ragazzo «tenendolo per un bracco e agitando il bastone contro ad un cassonetto - raccontano i testimoni - cercava di incutere timore ad Angelo e poi lo ha colpito al viso con il bastone in modo lieve. Nel frangente si avvicinano tre ragazzi», che poi sono i tre indagati, e questi avrebbero preso le parti dell'abitante di Monti iniziando a picchiare «chiunque si avvicinasse, infatti sul posto si era formato un capannello di persone che stavano vedendo cosa accadesse. E poi senza motivo si sono accaniti contro Alberto Bonanni».