Fissa la fotografia del marito con gli occhi lucidi
Perminuti Paola Petti, compagna di Flavio Simmi, guarda l'immagine del suo amore senza alzare lo sguardo. È distrutta dal dolore, come i parenti di Flavio raccolti nell'abitazione dei genitori della vittima, circondati dall'affetto degli amici che attendono di conoscere la verità. Di sapere chi ha sparato nove colpi di pistola calibro 9x21 alle 9,30 del mattino in via Grazioli Lante, in Prati. «Male non fare, paura non avere» è la frase pronunciata dalla moglie Paola per descrivere qual era il carattere di Flavio, il suo stile di vita. «Mi diceva sempre questa frase, era sempre pronto ad aiutare il prossimo - dice la donna parlando nell'abitazione in via Dandolo - conosceva tanta gente, dal principe di Monaco ai barboni, che spesso abbracciava. Tutti lo stimavano, era una persona allegra, capace di trasferire la felicità agli altri». La famiglia di Flavio Simmi vuole raccontare qual era la vita di Flavio, lontana dalla criminalità, continuando a credere che l'omicidio sia legato alla gambizzazione di febbraio, avvenuta davanti al suo negozio in piazza Monte di Pietà. «Basta parlare di collegamenti con la Banda della Magliana - dice con la voce spezzata dal dolore la sorella Elisabetta - è inverosimile che mio fratello avesse conoscenze criminali, credo che dietro il delitto ci sia la stessa mano della gambizzazione». Elisabetta Simmi ricorda il giorno in cui fu recapitata una lettera di minacce e un bossolo quattro giorni dopo il ferimento in centro. «Non c'è cosa che ci fa più incazzare di un lavoro incompleto, ma ti giuriamo che per l'unica legge che conosciamo, l'onore, lo finiremo». Una frase che porta i parenti alla convinzione che l'assassinio sia legato proprio al ferimento di cinque mesi fa. «Flavio si è laureato in Economia e commercio, ha lavorato presso il Sole 24 ore a New York, ha studiato per diventare commercialista - dice la sorella - Chi vive di malavita non fa un percorso del genere. Da quando è diventato papà (due bimbi gemelli di un anno ndr.) si era buttato sul lavoro a testa bassa, avrebbe fatto di tutto per loro». La procura, comunque, sta svolgendo accertamenti anche sulla criminalizzata romana. Tanto che i riflettori sono puntati pure sull'omicidio di Angelo Di Masi, un 44enne con precedenti, originario di Vibo Valentia, ucciso lo scorso 19 gennaio al Prenestino una ventina di giorni prima la gambizzazione di Simmi. Anche in quel caso furono ipotizzati due killer, i quali spararono entrambi, complessivamente, una decina di colpi. L'ipotesi più accreditata fu quella di un regolamento di conti. Le pistole utilizzate dai sicari furono una calibro 7,65 e una 9x21. Quest'ultima è dello stesso tipo di quella utilizzata per l'omicidio di Simmi. Per quanto riguarda l'omicidio di Flavio Simmi, gli inquirenti stanno svolgendo verifiche anche sui tabulati telefonici della vittima e della moglie per cercare tracce che possano far risalire a chi ha ordinato l'omicidio. Intanto amici e parenti hanno organizzato una fiaccolata per domani sera, partenza da piazza Mazzini alle 22 per arrivare fino al luogo del delitto. E i funerali verrano invece celebrati giovedì prossimo presso la basilica Santa Maria in Trastevere.