Il bus correva troppo. Autista nei guai
Rischiail processo l'autista del minibus coinvolto nell'incidente con una microcar il 12 aprile del 2010, in cui è morta la studentessa di quindici anni Federica Lupi. Dopo mesi di indagini e perizie da parte della Procura, il pubblico ministero Laura Condemi ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per l'uomo che guidava il bus. Se il giudice accetterà la richiesta del pm l'autista sarà processato per omicidio colposo. Quella mattina Federica era al volante della sua microcar Aixam. Percorreva le strade dell'Olgiata quando effettuando una curva, all'altezza dell'«isola 19», perdeva il controllo del mezzo finendo nella corsia opposta. L'impatto col pulmino che arrivava in senso contrario fu violentissimo. Il quadriciclo a motore si è completamente accartocciato. Per la giovane, che andava a scuola al liceo De Sanctis sulla Cassia, non ci fu nulla da fare. Secondo i primi rilievi che fecero gli uomini della polizia municipale del XX Gruppo l'autobus andava, probabilmente, a una velocità superiore rispetto ai limiti. Circa sessanta chilometri orari in un tratto di strada dove il limite è al massimo di quaranta. Pochi giorni dopo l'incidente l'avvocato della famiglia di Federica, Giacomo Marini, aveva rivendindicato lo stile di guida «esemplare» della ragazza. «La minicar - disse Marini - non aveva subito alterazioni di sorta e Federica aveva una condotta di guida tranquilla». Le ulteriori indagini, dunque, avrebbero poi fatto luce sulla possibilità che la microcar fosse modificata, sulla dinamica dell'incidente e sulla responsabilità dell'autista del minibus per cui ora pende la richiesta di rinvio a giudizio. La morte nella miniauto di Federica fece scalpore anche perché arrivava pochi giorni dopo l'incidente fatale, sempre in microcar, di un ragazzo di 17 anni: Jacopo Fanfani. Si aprì un lungo dibattito sulla pericolosità di queste piccole vetture. E in merito è sempre il pubblico ministero Laura Condemi, assieme alla collega Lina Cusano, a indagare per capire se le misure di sicurezza applicate ai piccoli bolidi sono, o meno, adeguate al mezzo. In questa inchiesta non ci sono persone indagate né ipotesi di reato, ma la Procura sta effettuando perizie e consulenze per dire finalmente con chiarezza se le microcar, molto diffuse tra i giovani della Capitale, sono veramente un'alternativa sicura ai motorini.