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Saldi estivi, tirano solo le griffe

Saldi estivi

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Da una parte le solite lunghe file nei negozi di marca. Dall'altra, ressa negli store noti come Yamamay, Tezenis, Nike. In mezzo, vale a dire gli altri esercizi al dettaglio in centro come nelle zone periferiche, che lamentano di aver venduto poco e niente. Il primo giorno dei saldi nella Capitale è lo specchio dei consumi nell'era della crisi economica. Non si rinuncia a portare a casa l'articolo di marca «proibito» durante l'anno, si fa piazza pulita di quello dal marchio noto e non eccessivamente dispendioso, mentre si fa a meno, senza troppa fatica, a tutto il resto. La folla di romani e di turisti che ieri ha preso d'assalto il centro storico per qualche ora ha illuso i commercianti che almeno questa volta potesse esserci la vera inversione di tendenza. Su questi saldi, la cui data di inizio è stata unica a livello nazionale, si è puntato ancora una volta per tentare la risalita dopo ormai diversi anni di crisi che ha investito il settore del commercio. Ma a metà giornata già si stilavano i primi bilanci, per nulla positivi. «Tanta gente in giro ma pochi acquisti», la dichiarazione quasi unanime di chi osserva dall'interno del proprio negozio il via vai tra i vicoli del centro. «Un po' meglio dello scorso anno», racconta Carla, responsabile di un negozio di camicie in via del Corso che si sforza di tirar fuori un sorriso «ma ormai la gente risparmia sull'abbigliamento e i saldi non vanno più come una volta». Sconti alti nei negozi di marca e non, con punte anche del 60%. Alle 10 del mattino sono già un centinaio le persone in fila davanti a Gucci in via del Corso, pochi romani in realtà, la maggior parte sono turisti e qualcuno venuto dalla Provincia. Scene che siamo ormai abituati a vedere e che fanno dire a Roberto Polidori, leader della Federabbigliamento-Confcommercio, restio a fare un bilancio a poche ore dall'inizio dei saldi, «che rappresentano comunque una boccata d'ossigeno per il settore economico». Con il trascorrere delle ore il centro si riempie letteralmente di gente e le stesse code viste davanti a Gucci si ripetono da Cenci, Luisa Spagnoli, Vuitton. Da Tezenis parlano di «acquisti frenetici», poi però qualche commesso si «tradisce»: «Non è però il flusso degli anni scorsi». Sensazione che trova conferma anche nel presidente della Confesercenti provinciale Valter Giammaria, che propone l'inizio dei saldi a metà settimana e non più il sabato: «Speriamo in un trend positivo ma diversi commercianti ci stanno chiamando per dirci che non va affatto bene. Anche per questo forse sarebbe meglio iniziare i saldi a metà settimana perché il sabato sono tanti i romani fuori per il weekend». Sono soprattutto i negozi in periferia a soffrire di più: «Vendite con il segno meno in tutte le strade commerciali e file che sono solo un ricordo», fanno sapere dalla Federstrade. Lo stesso non se la sentono di dire nei centri commerciali che soprattutto dal primo pomeriggio, complice il ritorno dal mare dei romani, hanno registrato il tutto esaurito. Anagnina, Porta di Roma, Euroma2: lunghe file alla cassa dei negozi di abbigliamento e accessori complici gli sconti molto alti, tra il 40 e il 50% quasi ovunque. Il budget di spesa per chi sceglie lo shopping nei centri commerciali non è però tanto alto, tra i 30 e i 120 euro a persona. Oggi i negozi resteranno aperti per la seconda giornata di saldi, la speranza è che lo shopping vinca sul mare.

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