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Preso il terzo aggressore. È un ultrà giallorosso

Via Leonina, i luoghi dell'aggressione ai danni di Alberto Bonanni (nella combo in una foto tratta dal suo profilo Facebook) a Rione Monti (Foto Gmt)

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Salgono a tre i fermati per il pestaggio di domenica notte al rione Monti del musicista Alberto Bonanni, 29 anni, in coma all'ospedale San Giovanni. Tre giovani legati dalla violenza, dalla Brigata Monti da loro inventata e dalla squadra del cuore, la Roma. Ieri la polizia ha catturato Gaetano Brian Bottigliero, 23 anni, ultrà giallorosso, residente in via Domenichino, a Colle Oppio, a pochi metri dalla zona dove è avvenuto il fattaccio. Ma i membri del «commando» potrebbero esser quattro o anche di più. Il provvedimento è stato preso intorno alle 17, al termine di un interrogatorio cominciato la mattina negli uffici della Digos di Lamberto Giannini, alla presenza degli agenti del Commissariato Esquilino diretto da Rossana Materazzo, dove il ragazzo era stato convocato. Bottigliero, titolare del «Druid pub» a Santa Maria Maggiore - i genitori hanno altri due pub a Roma e altrettanti a Firenze - è accusato di aver usato il casco per colpire alla testa il chitarrista mentre era a terra, all'angolo tra via dei Serpenti e via Leonina, già aggredito a calci e pugni dagli altri due ora in carcere. Si tratta di Carmine D'Alise e Christian Perozzi, entrambi di 21 anni, residenti il primo in via Giolitti, il secondo in casa della nonna nel rione Monti. Bottigliero è un tipo noto alle forze dell'ordine proprio per la sua «esuberanza»: nel 2009 è stato sottoposto a Daspo (divieto di partecipare a manifestazioni sportive) perché durante la partita di calcio Roma-Basilea allo stadio Olimpico lanciò in campo due lacrimogeni. Gli investigatori sono arrivati a lui ascoltando le versioni dei compagni di Bonanni che hanno assistito al pestaggio dopo il concerto di tre loro amici in un bar di via Leonina, incrociandole con le conoscenze dei soggetti violenti nella zona. Infatti, stando al quadro che è emerso dalle indagini, il movente sembrerebbe il bullismo dei tre, uno spirito cupo che li univa e li fomentava. Rappresentative le immagini su Internet di Perozzi che mostra sul petto il teschio tatuato della «Brigata Monti», e in strada mentre fa il saluto fascista. Gli accertamenti degli investigatori sono stati rapidi. In meno di sette giorni hanno fatto luce su un episodio oscuro, accaduto nel rione che è uno dei salotti di Roma, meta del divertimento, e dove risiede il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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