Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Mei e Hermanin (Api): "Chiarezza su Chirurgia"

Roma, la lastra che certfica la presenza di una pinza chirurgica nell'addome di una donna

  • a
  • a
  • a

Chiarezza in tempi brevi. Sul caso della donna di 65 anni cui è stata lasciata nell'addome una pinza cirurgica di 25 centimetri in seguito a un intervento di resezione del colon eseguito al San Camillo dal primario di Cirurgia d'urgenza Donato Antonellis, interviene anche Mario Mei, capogruppo dell'Api alla Pisana che proprio sul reparto di Chirurgia d'urgenza del san Camillo e sul primario aveva presentato un'interrogazione alla Polverini lo scorso 15 aprile. «Ci aspettiamo in tempi brevi una risposta da parte della presidente Polverini, che faccia luce sulle troppe situazioni poco chiare che si sono verificate in questi anni al San Camillo e che hanno determinato gravi disservizi quali, ad esempio, quello che è salito alla ribalta della cronaca in questi giorni», dice Mei. «Ci aspettiamo un'inchiesta rapida, imparziale e trasparente, basata su fatti e documenti da poter verificare in tempi molto stretti (statistiche sulla mortalità, re interventi, registri operatori). L'attuale situazione non è infatti compatibile con una struttura d'eccellenza della sanità romana e regionale quale è il San Camillo Forlanini», rincara la dose il capogruppo di Alleanza per l'Italia in Consiglio regionale. Quella di Mei non è tuttavia una voce isolata. Anche il responsabile sanità dell'Api Giovanni Hermanin pretende chairezza: «Prendo atto con piacere che la presidente Polverini consideri "gravissimo" quanto successo alla Chirurgia d'urgenza del San Camillo. Voglio sottolineare alla governatrice che un'interrogazione presentata ad aprile dal capogruppo di Api in Consiglio regionale Mario Mei e cofirmata da Bonelli (Verdi) e Bucci (Idv), che fa seguito a ben due interrogazioni presentate in merito nella scorsa legislatura, delinea un quadro di quanto avviene nel reparto di Chirurgia che definire grave e preoccupante è puramente eufemistico. Non meno grave è che, essendo la situazione ben nota a tutti, nulla sia stato fatto di serio per accertare, con tempestività e imparzialità, quanto sta avvenendo da anni. Non più di due mesi fa il Tribunale di Roma, nell'archiviare le denunce di Antonellis contro i giornalisti che avevano messo in evidenza i dati statistici relativi alla mortalità postoperatoria del reparto, ha tenuto a precisare che quei dati corrispondono alla realtà». Dan. Dim.

Dai blog