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I motorini potranno sostare gratis sulle strisce blu

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Loha detto ieri il sindaco, Gianni Alemanno, che mercoledì porterà in Giunta un provvedimento per rimediare a una legge approvata dall'amministrazione Veltroni che destinava i parcheggi a strisce blu esclusivamente alle auto. Di conseguenza, se un ciclomotore finiva su quelle aree di sosta (con o senza parcometro pagato) poteva essere multato. Fino a pochi giorni fa gli ausiliari del traffico dell'Atac (addetti ai controlli) chiudevano un occhio e i motorini non venivano multati. Ma da alcuni giorni c'è stata una inversione di tendenza. E sono state poste sui parabrezza dei veicoli a due ruote multe più che salate. Tanto che il Corriere della Sera, nell'edizione di ieri, ha dato spazio al caso. C'è voluto l'intervento di Gianni Alemanno per chiarire quale direzione prenderà il Campidoglio in merito alla questione. «Mercoledì prossimo - ha spiegato il sindaco - porterò in Giunta una delibera che modificherà il regolamento approvato dalle precedenti amministrazioni che non consentiva la sosta ai ciclomotori all'interno delle strisce blu. Pur considerato che, per ogni posto auto a pagamento, vengono predisposti dei parcheggi gratuiti per i ciclomotori, riteniamo opportuno che chi utilizza le due ruote, e che quindi contribuisce a fluidificare la mobilità in città, abbia la possibilità di essere autorizzato a parcheggiare sulle strisce blu». E a chi dell'opposizione ha accusato il centrodestra di voler pescare soldi dalle tasche dei motomuniti, risponde l'assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma. «È l'ennesima volta che questa amministrazione è costretta a stanare le anomalie create dalle precedenti Giunte di centrosinistra. Così come siamo intervenuti nel 2008, a seguito della sentenza del Tar per la questione relativa alle strisce blu, oggi interveniamo per tagliare l'ennesima gabella decisa dalla Giunta Veltroni. Tutto il resto sono sterili polemiche che lasciamo ai colleghi di centrosinistra, i quali assomigliano sempre più agli ultimi giapponesi che, nascosti nella foresta di un'isoletta del mar della Cina, alcune decine di anni dopo la fine della guerra, ormai incanutiti, con i fucili resi inservibili dalla ruggine, ancora non sapevano che il loro paese si era arreso e, almeno a parole, restavano pronti all'ultima battaglia». Fab. Per.

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