Dopo la cura dimagrante nasce la Cinecittà Luce
La città del cinema risorge come una sorta di araba fenice e si costituisce in società a responsabilità limitata. La riforma di Cinecittà proposta dal ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan è stata accolta ieri dal Consiglio dei Ministri nel testo della manovra economica. La nuova Cinecittà sarà nelle intenzioni dei fautori della riforma «una società più snella, vigilata dal Mibac» e prenderà il nome di Cinecittà Luce. Si dedicherà esclusivamente e in modo più incisivo alle sue funzioni storiche cioè la promozione, distribuzione e conservazione del patrimonio cinematografico. Ciò comporterà una restrizione del personale. I dipendenti in surplus verranno assorbiti dal ministero. Coloro che rimarranno nella nuova società saranno scelti in base «a criteri di compatibilità, di qualifica e quindi di funzioni». La riforma Cinecittà comporterà un risparmio che il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) conseguirà sui fondi per il cinema proprio in virtù dell'abbassamento dei costi generali della vecchia società. Un cambiamento che si è rivelato necessario. «La società - spiegano al ministero - non aveva più quel ruolo fondamentale nella promozione e distribuzione delle opere italiane nonchè nella gestione dell'archivio storico dell'Istituto Luce: un numero di dipendenti troppo elevato con costi di gestione elevatissimi e il fardello dei debiti passati non permetteva più di conseguire al meglio i programmi previsti nonostante gli sforzi comunque positivi del vertice attualmente in carica». La società in liquidazione è trasferita nel gruppo Fintecna. Così «la storica Cinecittà e lo storico Istituto Luce non correranno alcun rischio» sottolineano le fonti ministeriali. La trasformazione in società a responsabilità limitata (con annessa cura dimagrante) desta però qualche preoccupazione. In particolare c'è allarme per l'ipotesi «di un ridimensionamento delle attività dell'ICE (Istituto Commercio con l'Estero)». Lo ha annunciato un comunicato dello stesso istituto di Cinecittà Luce, dove si aggiunge che l'importanza dell'Ice è dovuta «non solo per il supporto all' export che da anche all'industria cinematografica, ma per l'apporto di idee e risorse nel trovare nuove strade di promozione che conservando l'aspetto artistico del prodotto audiovisivo ne esaltano quello industriale indispensabile per la crescita del settore».