Ancora arresti all'Otto Marzo. Soldi per dormire nell'ex scuola
Ancora guai per gli occupanti dell'ex scuola "Otto Marzo". Due anni fa le forze dell'ordine arrestarono cinque persone accusate di aver organizzato un racket delle occupazioni, estrocendo soldi agli stranieri che vivevano abusivamente nell'edificio di via dlel'Impruneta, alla Magliana, per consentirgli di dormire nello stabile. E picchiando chi si rifiutava di pagare. Qualche giorno fa in manette sono finiti un marocchino di 39 anni incensurato e un romano di 34, che ha precedenti per furto. I reati contestati ai due sono violenza privata e tentata estorsione in concorso tra loro. A fermarli, i carabinieri di Villa Bonelli, che fanno parte della Compagnia Eur diretta dal maggiore Rino Coppola. Da quattro anni l'ex scuola "ospita" una quarantina di extracomunitari. Lì dentro si vive come in una comune. Una sorta di colletta mensile, di circa venti euro a testa, serve a soddisfare le piccole esigenze quotidiane. Due degli occupanti colombiani, a quanto pare, erano in ritardo con il pagamento della "rata". Il marocchino e il romano hanno cercato inizialmente di cacciarli. Poi avrebbero preteso 1.000 euro in contanti per consentire alla coppia di rimanere nell'edificio. I sudamericani, però, si sono rivolti al "112" e i carabinieri, dopo aver rintracciato i due "esattori", li hanno arrestati. Per ora si tratta di un episodio singolo ed isolato ma le indagini sono ancora in corso e non si esclude che i due possano aver preteso denaro dagli occupanti in altre occasioni e al di là della colletta mensile. Proprio l'ex scuola di via dell'Impruneta, infatti, nel settembre 2009 finì nel mirino della magistratura perché alcuni degli "ospiti" stranieri venivano (secondo l'accusa) costretti a pagare un "canone d'affitto" per passare la notte nell'edificio. Cinque persone, tutte italiane, finirono agli arresti (una a domiciliari) per il presunto racket delle occupazioni. Durante l'esecuzione delle ordinanze di custodia ci furono incidenti fra forze dell'ordine e occupanti e all'interno della struttura vennero sequestrati spranghi e caschi. Sempre in base alle indagini, i cinque avrebbero anche obbligato alcuni extracomunitari a partecipare a manifestazioni e cortei sull'emergenza abitativa e a contribuire alla custodia delle "armi" da usare contro poliziotti e carabinieri. Chi non accettava, veniva mandato via e, a volte, anche pestato, come sarebbe accaduto a un eritreo che ha poi denunciato i fatti, facendo scattare le indagini. Nel febbraio del 2010, infine, una donna sfrattata che si era rifugiata nella palazzina denunciò di essere stata stuprata da uno degli "inquilini", che avrebbe agito con l'aiuto di quattro nordafricani. Si trattava di uno dei cinque finito in cella l'anno prima. Dopo 15 giorni era stato scarcerato per motivi di salute, aveva l'obbligo della firma in commissariato e viveva sempre nell'ex scuola. Ma questo non è bastato a impedirgli di violentare la poveretta.