Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ottantasei fattorie da salvare Ospiteranno 2.500 alloggi

default_image

  • a
  • a
  • a

Èil piano di riqualificazione degli immobili agricoli (Pria) presentato a fine 2009 dal Comune. Il bando è scaduto più di un anno fa: il primo febbraio 2010. I lavori però non sono ancora partiti. Inizieranno nel 2012 e riguarderanno solo venti degli ottantasei casali diroccati. Gli altri progetti, infatti, devono ancora ricevere il via libera degli uffici tecnici capitolini. I primi venti si trovano soprattutto nella zona nord della città, tra la Cassia e la Salaria passando per la Flaminia e la Tiberina. In tutto potranno ospitare 900 alloggi. Quando saranno riqualificati tutti e ottantasei, invece, le famiglie che si potranno accogliere saranno 2.500. In media, ogni ex fattoria ospiterà trenta case popolari. Il piano del Campidoglio è nato anche sulla spinta di quanto accadde tre anni fa in un casale a Ponte Galeria, dove una coppia di turisti olandesi fu violentemente aggredita da due pastori romeni. Il Pria punta a recuperare 7.000 ettari dal degrado, gli investimenti privati sono stimati in 350 milioni di euro. Ma è anche un modo per rispondere alla crisi, dal momento che permetterà di creare 2.000 posti di lavoro nel comparto edilizio. Il piano permette di ottenere il cambio di destinazione d'uso da agricolo a residenziale. In pratica, il proprietario potrà costruirci appartamenti riservando una quota del 60% all'housing sociale. Gli assegnatari degli alloggi (da 55 a 65 metri quadri) potranno godere di un canone concordato d'affitto minimo di 350 euro. «Saranno piccoli quartieri nella campagna restituiti alla città - spiega l'assessore alla Casa Alfredo Antoniozzi - Il primo quadrante, quello a nord-ovest è stato appena approvato e i primi venti progetti potranno vedere la luce entro un anno. Garantiranno circa 900 alloggi. Poi passeremo all'esame degli altri progetti per arrivare al totale di 2.500 case in housing». Una parte di questi immobili verrà riservata a fini sociali: fattorie didattiche, case famiglia, casali gestiti da associazioni di assistenza all'infanzia o ai disabili, canili per animali randagi, centri per l'ippoterapia e agriturismi ecosostenibili che dovranno pensare da soli a garantirsi l'energia. Bisognerà provvedere a rimboschimenti, ripristino o creazione di sistemi vegetazionali tipici dell'agro, eliminazione di manufatti abusivi, discariche e aree incolte. Infine la sicurezza, da cui tutto è partito. Verranno installate telecamere di videosorveglianza per trasformare questi edifici spettrali in luoghi controllati. Resta da vedere come sarà risolto il problema della mobilità. Dal momento che gli edifici diroccati spesso si trovano in campagna e con scarsi collegamenti. Ma questo è un altro problema. Dar. Mar.

Dai blog