Liquami e rifiuti nel Tevere

Sequestratodalla Forestale il depuratore Acea Ato 2 di Roma Nord. Il provvedimento, disposto dal gip, è l'ultimo atto di un'attività di indagine che avrebbe permesso di accertare ripetuti malfunzionamenti nell'impianto gestito dalla società Acea Ato 2. L'impianto, secondo quanto accertato dagli investigatori, risultava autorizzato alla raccolta di liquami provenienti dalla rete fognaria del bacino di Roma Nord ed al trattamento dei fanghi liquidi e di altre tipologie di rifiuti provenienti dai depuratori dei comuni appartenenti alle province di Roma e di Rieti che rientrano nell'Ambito Territoriale Ottimale 2. Le indagini della Forestale avrebbero invece consentito di documentare lo sversamento nel fiume Tevere di acque reflue non correttamente depurate, in quanto addizionate di fanghi non sottoposti ai previsti trattamenti. I reati ipotizzati sono di frode nelle pubbliche forniture, in relazione alla ripetuta violazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di gestione del servizio idrico integrato, e di smaltimento illecito di rifiuti, con riferimento all'illegale smaltimento nel fiume Tevere dei rifiuti conferiti dai Comuni facenti parte dell'Ato 2. Attualmente risulta interdetto qualsiasi conferimento presso il depuratore di rifiuti provenienti dall'esterno. Nel mirino degli investigatori è finito anche l'utilizzo in agricoltura dei fanghi derivanti dal processo di depurazione, gestito da una società legata al gruppo Acea SpA, in possesso di specifica autorizzazione della Provincia di Roma. La Provincia di Roma è stata nominata custode giudiziario del bene sequestrato. «Dovrà garantire - spiegano dalla Provincia - che sia interdetto qualsiasi conferimento presso l'impianto di liquami provenienti dall'esterno e che il processo di depurazione avvenga in modo completo e conforme ai limiti dettati del decreto legislativo 152/06. Inoltre si precisa che la società del Gruppo Acea, cui si fa riferimento nelle agenzie, ha presentato alla Provincia di Roma richiesta conforme alla normativa di settore che prevede la possibilità di utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione. Attualmente questa attività di spandimento dei fanghi nella Provincia di Roma è interrotta dal mese di marzo per la saturazione dei lotti utilizzati». Pronta la replica di Acea Ato 2. «L'impianto di depurazione di Roma Nord ha sempre garantito standard di efficienza depurativa elevatissimi» e non è «mai avvenuto il presunto sversamento di fanghi al Tevere» precisa l'azienda. «La vicenda è complessa - sottolinea Acea Ato 2 - e collegata a un altro fatto non noto alle cronache, già oggetto di procedimento disciplinare poi sospeso in attesa degli esiti del procedimento penale in atto, nel corso del quale due dipendenti hanno effettuato un tentativo di estorsione in danno alla società, che è stato reso oggetto di esposto all'autorità giudiziaria da parte dei vertici societari». «L'impianto ha sempre garantito standard di efficienza depurativa elevatissimi - aggiunge - ben oltre i limiti imposti dalla Provincia di Roma nell'autorizzazione allo scarico». «Il dato - sottolinea Acea Ato 2 - è attestato dai numerosissimi controlli (oltre 1.000 di routine, tra analisi di esercizio eseguiti dal laboratorio interno e quelli di controllo da laboratorio certificato, rispetto ai 12 richiesti da normativa come autocontrollo) effettuati sulla qualità dello scarico ed eseguiti annualmente da laboratori specialistici e qualificati, come dall'Arpa Lazio». G. M. C.