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«Diritti uguali per le vittime dell'usura»

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«Nonmi muoverò da qui finché non vengano riconosciuti gli stessi diritti - spiega la donna - è impensabile che ci sia una circolare che differenzia le vittime di usura di stampo mafioso da quelle della criminalità comune». La donna, di origini sarde racconta che era proprietaria di un negozio di abbigliamento in Umbria quando nel 1996 è stata vittima di usura e violenza sessuale. «Da quel giorno la mia vita è cambiata per sempre - prosegue - ho tentato il suicidio, ho avuto vari infarti e ischemie. Attualmente prendo 12 medicine salvavita al giorno. Ma lo Stato non mi riconosce l'ulteriore 30% di invaliditá perché i miei aggressori non erano mafiosi».

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