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Manager e dirigente. Calamante raddoppia

Cotral

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Non ci sono solo i contratti di collaborazione esterna agli autisti per supportare gli spostamenti dei manager di un'azienda che conta già in organico oltre 2.500 autisti e ora oggetto di un'interrogazione del consigliere regionale Pdl Chiara Colosimo. In Cotral Patrimonio Spa accade anche che l'amministratore delegato fresco di nomina proponga la propria assunzione come dirigente a tempo determinato e questa venga accolta dal consiglio di amministrazione con voto unanime. È il caso di Mauro Calamante, già presidente Atac e uomo forte della giunta Veltroni di cui è stato assessore ai Trasporti, «riciclato» amministratore delegato di Cotral Patrimonio dopo la sconfitta elettorale del 2008. Questa società della Regione è nata il 3 marzo 2008 a seguito della scissione da Cotral Spa. Quest'ultima si occupa dell'erogazione del servizio di trasporto pubblico locale nel Lazio, mentre a Cotral Patrimonio attiene la gestione e lo sviluppo del patrimonio di Cotral. Un'operazione, riferiscono fonti interne a via Cristoforo Colombo, costata milioni di euro per costituire un'azienda di circa 140 dipendenti, a fronte dei quasi 4.000 di Cotral Spa. Il 9 luglio 2009 il Cda presieduto da Piero Ambrosi si insedia per ratificare la nomina del vicepresidente e dell'amministratore delegato, Mauro Calamante con contratto fino al 31 dicembre 2011. Durante la trattazione del quarto punto dell'ordine del giorno «varie ed eventuali» - si legge nel verbale - «il presidente informa i consiglieri (Andrea Palma, Antonio Picarazzi e Maurizio Venafro) di essere stato portato a conoscenza della volotà, legata all'esigenza di risolvere l'attuale rapporto di lavoro per impegnarsi a tempo pieno in Cotral Patrimonio Spa, di Calamante, dipendente di Rfi, di essere assunto a tempo determinato a parità di remunerazione». A seguito della conseguente istruttoria, il Cda ratifica l'assunzione di Calamante come dirigente il 28 luglio successivo, dopo la verifica di compatibilità «alla luce della normativa e della giurisprudenza» tra le funzioni di amministratore delegato e di dirigente «purché vengano rispettati alcuni punti fermi tra i quali la soggezione in qualità di dirigente al Cda e la individuazione precisa delle funzioni riferibili alle due posizioni». Il parere legale inviato al presidente Ambrosi del resto ammetteva la compatibilità tra amministratore e manager qualora: le attività svolte in forza del contratto di lavoro siano diverse dalle funzioni che sono attribuite allo stesso soggetto in qualità di amministratore; per le suddette attività vi sia un rapporto subordinato nei confronti della società. Lo stesso parere invita Ambrosi a predisporre una rinuncia espressa di Calamante al compenso da amministratore; predisporre un piano di procure e deleghe coerente con la struttura organizzativa; predisporre un regolamento interno che disciplini i casi di interesse dell'amministratore delegato in relazione al doppio ruolo coperto. In quella stessa seduta del 28 luglio 2009 il Cda ratifica la modifica della struttura aziendale e alla luce del nuovo organigramma il presidente Ambrosi «propone di affidare» a Calamante «la responsabilità del coordinamento delle strutture e di procedere all'assunzione come dirigente», con una retribuzione «inferiore all'indennità di carica». Dal sito della Regione Lazio si apprende che Mauro Calamante percepisce 155.294 euro l'anno, vale a dire oltre 12 mila euro l'anno. L'ex presidente Ambrosi percepiva invece 105 mila euro, una cifra in linea con quella del presidente di Cotral Spa, il cui ex ad percepiva però 126 mila euro l'anno (i consiglieri delle due società ne percepiscono invece 41 mila). Cifre superiori a quelle dei compensi delle altre società regionali: il presidente di Sviluppo Lazio Maselli si ferma a 66 mila euro, il presidente Astral Giorgi supera di poco i 74 mila (il suo vice ne prende 84 mila), il numero uno di Litorale Spa si ferma a 40 mila, il presidente di Lazio Service arriva a 90 mila (10 mila euro in meno per l'ex dg Tonino D'Annibale). Cifre ben inferiori a quelle di Cotral Patrimonio: l'unico che le avvicina è l'ad di Lait Giancarlo D'Alessandro, altro perno della giunta Veltroni salvato dalle società regionali dopo la debacle elettorale che ha portato nel 2008 Alemanno in Campodoglio.

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