San Raffaele sotto la lente dei Nas
.Dopo la maxioperazione del febbraio 2009 - che aveva portato agli arresti domicliari Giampaolo Angelucci, finito ai domiciliari, e alla richiesta di autorizzazione a procedere per il padre Antonio, senatore del Pdl, per falso e truffa ai danni delle Asl - un'altra tegola si starebbe infatti abbattendo sul Gruppo della Tosinvest. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nas e la Guardia di finanza hanno «visitato» gli uffici dell'assessorato regionale alla Sanità. Le ispezioni dei militari sarebbero state almeno due e al termine di entrambe carabinieri e finanzieri hanno sequestrato la documentazione relativa alle 17 case di cura del San Raffaele (che svolge attività di riabilitazione, rsa, lungodegenza), chiedendo anche i documenti relativi al recente accordo siglato tra Regione e Tosinvest su sblocco dei pagamenti e riconversione del Gruppo. Il blitz sarebbe legato proprio all'attività svolta dal San Raffaele della famiglia Angelucci, o meglio ai rimborsi richiesti e ricevuti dalla Regione per l'attività sanitaria svolta. I costi delle prestazioni variano infatti a seconda della tipologia, alcune (la riabilitazione, ad esempio) sono più remunerative di altre (Rsa). I militari vorrebbero appurare se ai rimborsi corrisponde l'esatta tipologia di prestazione erogata e se questa sia stata davvero effettuata. Nel 2009 proprio i Nas perquisirono gli uffici della Tosinvest, arrestando complessivamente 13 persone (tra esse l'ex dg della Asl RmH Mingiacchi) per la presunta truffa da 170 milioni effettuata attraverso false fatturazioni per prestazioni mai effettuate o erogate senza autorizzazione. E la stessa Regione aveva bloccato i trasferimenti agli Angelucci proprio a causa di quell'inchiesta dando incarico ad Asp-Laziosanità di verificare le prestazioni erogate, nonostante la Asl di Frosinone avesse certificato la parte di esse di propria competenza.