«Zingaretti pensa solo a sé»

L'amministrazione Zingaretti mostra più di una lacuna, ma il Pdl deve riorganizzarsi, uscire dai palazzi e ascoltare la voce dei Comuni della provincia. Parole e pensiero del consigliere provinciale Pdl Federico Iadicicco. Come giudica Zingaretti? «In tre anni non si è preoccupato minimamente di amministrare la Provincia ma solo di organizzare una macchina comunicativa che gli consentisse di preparare la sua personale ascesa politica nel Pd e a Roma. Ha usato il ruolo di presidente della Provincia per promuovere se stesso a scapito del bene comune». Quali reputa essere le principali lacune di Zingaretti? «Le principali competenze dell'Ente non vengono minimamente svolte, per oltre il 90% dei casi le scuole superiori non rispettano le più elementari regole in materia di sicurezza; le strade sono in condizioni drammatiche e in alcuni casi, come per la Cassia bis, anche cariche di rifiuti. Non vi è un progetto di sviluppo e di governo del territorio, i Comuni sono lasciati a loro stessi. Molta demagogia e molti proclami ai quali non fa mai seguito un solo fatto. Un esempio su tutti, il fotovoltaico nelle scuole: a gennaio dovevano essere attivi circa 234 nuovi impianti ne esistono solo 89 di cui nessuno è allacciato alla rete. L'insensibilità amministrativa di Zingaretti mi fa pensare che sarebbe una iattura per Roma se lui dovesse diventare sindaco». Non crede che l'azione dell'opposizione sia stata fiacca o sporadica? «Non direi, mi sembra che paghi lo scotto di una difficoltà di comunicazione con il territorio e di una certa difficoltà organizzativa, ma sicuramente siamo stati sempre puntuali e molto presenti nel contrastare l'amministrazione Zingaretti, mai come in questi tre anni si sono visti studenti manifestare contro lo stato di degrado delle scuole, abbiamo denunciato puntualmente la cattiva amministrazione della sinistra, dalla malagestione delle società partecipate sino ai tentativi di dismissione di parte del patrimonio dell'Ente che sino ad oggi abbiamo sventato. Quello su cui dobbiamo lavorare ora è su un progetto alternativo di governo del territorio che sappia valorizzare il ruolo dei Comuni e sappia utilizzare le eccellenze produttive, paesaggistiche, storiche ed enogastronomiche dell'area vasta al fine di fare della nostra provincia un esempio ed un modello per tutta l'Italia». Il Pdl però appare in crisi. Come pensa possa riprendersi? «Abbiamo assistito al solito errore, quello di chiuderci nei palazzi perdendo il contatto con la realtà. Serve strutturare un partito che sappia dialogare con il suo popolo. Il partito va strutturato ma non credo si debba seguire la logica dell'equilibrio fra le culture di provenienza. Non deve esistere un partito che sia la somma se pur ben gestita di riformisti, liberali, nazionali, conservatori, ecc. categorie politiche ormai logore che appartengono al secolo delle ideologie. Può e deve esistere un partito che sappia costruire la casa del Nuovo Umanesimo come alternativa al relativismo ed al nichilismo di cui sono portatrici le sinistre. Per questo c'è bisogno di consegnare questa opportunità ad una nuova classe dirigente sia a livello nazionale che territoriale, un gruppo di giovani preparati che sappia guardare a questo progetto senza nostalgie».D.D.M.