«Pronto carabinieri, venite, mio padre ha ucciso la mamma.
Oraè accasciato a terra». Al telefono il figlio tredicenne della coppia romena travolta ieri da una follia violenta e distruttiva, esplosa nell'appartamento a Cesano. Ha visto un lago di sangue il ragazzino che ha appena finito la terza media. Forse ha anche assistito alla mattanza di Stefan Jitaru, 37 anni, che poco prima delle sei, nel salotto di casa al secondo piano, con un coltello da cucina ha ferito a morte la moglie Monica, sua coetanea, poi ha tentato di uccidersi morendo all'ospedale Sant'Andrea. Sono arrivati in un lampo i carabinieri della Compagnia Cassia diretta dal maggiore Alceo Greco. Ma non è servito. Il corpo della donna era martoriato dai fendenti sferrati soprattutto al petto. Lui era disteso accanto al corpo di lei, dopo essersi colpito al tronco. L'arma era lì accanto, con la lama ancora insanguinata. Il ragazzino ha sentito le urla, il trambusto, poi ha visto lo scempio. Ora è stato affidato agli zii. Pare che i due coniugi litigassero spesso. Discussioni durante le quali però lui non avrebbe mai allungato le mani, non avrebbe avuto sfoghi violenti. Neanche risulta che la situazione ecomonica della coppia fosse difficile. Lei faceva le pulizie di casa in qualche abitazione della zona, lui invece lavorava come carpentiere nei pressi del lago di Bracciano. Per cui il bilancio familiare non era in rosso. La furia omicida non ha dato segnali prima, è esplosa l'altra mattina all'improvviso. La sopravvivenza del figlio tredicenne è precedente anomalo rispetto al copione di certe tragedie familiari. Fab. Dic.