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In Confcommercio è caccia al successore

Polidori, vice presidente Confcommercio Roma

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La corsa alla successione alla presidenza di COnfcommercio Roma, da dieci anni saldamente nelle mani di Cesare Pambianchi non è ancora iniziata. Ma solo ufficialmente. Dopo la riunione di mercoledì, ieri il vicepresidente vicario dell'associazione di categoria, Roberto Polidori ha incontrato il presidente della Confcommercio nazionale, Carlo Sangalli, e il vice presidente con delega all'organizzazione, Renato Borghi. Il comitato di presidenza è stato convocato per martedì. E se l'ordine di «squadra» è quello di aspettare che il polverone passi per dare il benservito a Pambianchi, dietro le quinte si lavora a come arrivare a nuove elezioni. Due le strade percorribili: le dimissioni di Pambianchi, che darebbero modo di indire le elezioni entro due mesi; oppure votare, da parte del comitato, la decadenza del presidente. Una soluzione questa, tenuta al momento come riserva se non altro per «bon ton» nei confronti di Pambianchi al quale, ricordiamo, l'assemblea di Confocommercio ha rinnovato da poco la fiducia. Il danno di immagine però, nonostante l'inchiesta non riguardi affatto l'attività di Pambianchi in Confcommercio, c'è. Eccome. «Siamo stati molto colpiti da quanto accaduto - ha commentato Polidori -. È un tracollo di immagine e un dolore per lo stesso Pambianchi. Certo, la giustizia deve fare il suo corso ma c'è massimo rispetto per il presidente che, come risulta tutt'oggi, ha operato sempre bene nell'ambito dell'associazione. Se poi, nelle sue attività professionali, ha commesso errori molto gravi, attuato cose al limite o al di fuori della legge nulla lo salverà, ma noi ci auguriamo che sia fatta presto chiarezza». Anche secondo il vicepresidente Enrico Tedeschi, leader di Assicentri, «qualsiasi decisione non deve essere assunta sull'onda della bufera giudiziaria, ma a sangue freddo». Difficile dire se sarà questione di giorni o forse di un mese, certo è che è già scattato il totonomine. Tra i papabili ovviamente gli attuali vicepresidenti, tra i quali c'è anche il leader di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli. Una condizione irrevocabile sarebbe stata tuttavia già posta: l'unanimità sul candidato. L'associazione, già in crisi prima di subire questo duro colpo, non può permettersi una guerra interna per la successione alla presidenza.

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