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In Confcommercio parte il dopo Pambianchi

Roberto polidori

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La parola successione, per ora, è assolutamente bandita. A meno che non intervengano le dimissioni del presidente Cesare Pambianchi, che non solo non si escludono ma, seppure non proprio apertamente, qualcuno già augura. Ieri la giunta di Confcommercio Roma si è riunita senza il suo presidente, che è in carcere. Il vicepresidente vicario Roberto Polidori, che ha ora in mano le redini dell'associazione di categoria più importante di Roma, con 25 mila imprese rappresentate, assicura che "di successione non abbiamo parlato". Così ribadisce anche l'altro vicepresidente, Giuseppe Roscioli, leader della Federalberghi Roma: "La riunione era stata fissata da Pambianchi qualche settimana fa", dicono entrambi. Una casualità, dunque, che si sia svolta proprio all'indomani dell'arresto del presidente della Confcommercio, "e stamattina (ieri ndr) abbiamo esaminato con i funzionari le varie problematiche". Cose di nessuna rilvanza giornalistica, assicura Polidori, che non nasconde però il suo stato d'animo e quello degli altri componenti di giunta. "Nessuno se lo aspettava e credo meno che mai Pambianchi stesso. Io lo conosco da più di dieci anni e posso assicurare che quando ha un problema o c'è qualcosa che lo turba non è in grado di nasconderlo. Invece era sereno e sorridente fino alla sera prima del suo arresto, che abbiamo trascorso insieme in una serata di beneficenza. Forse, ha sottovalutato anche lui la faccenda". Qualcosa in effetti era accaduto a settembre dello scorso anno. La Guardia di Finanza aveva iniziato a indagare su Cesare Pambianchi nella sua attività di commercialista, però, e non come presidente della Confcommercio. Questo ci tengono a ribadirlo sia Polidori che Roscioli, che aggiunge: "In questi mesi non ha mai parlato di quella faccenda e ha sempre svolto correttamente il suo lavoro di presidente della Confcommercio. Noi non siamo mai entrati nel suo privato né ci interessava sapere del suo lavoro di commercialista. Certo, leggendo stamattina i giornali, ho pensato che le accuse fossero piuttosto importanti". Dunque, c'è aria di successione? "Al momento no – risponde Polidori – se le accuse dovessero rivelarsi fondate credo che sarà Pambianchi stesso a mettersi da parte e allora io, come vicepresidente vicario, dovrei indire nuove elezioni, questo da regolamento". Non c'è bisogno di dichiarare apertamente la paura che venga lesa l'immagine di un'associazione così importante a Roma come la Confcommercio. Tra i componenti di giunta, ieri, era palpabile. E via a ribadire che "quello che conta è l'associazione", "dobbiamo andare avanti", "l'interesse è quello delle imprese che rappresentiamo e dei lavoratori". Nessuno, poi, se la sente di mettere la mano sul fuoco sull'innocenza di Pambianchi. Piuttosto, quello che preme ribadire è il dispiacere per quanto appreso dai giornali e ancora l'assoluta estraneità della Confcommercio. Si attendono ora i successivi sviluppi, che potrebbero appunto portare alle dimissioni del leader della Confcommercio. A quel punto i successori più palpabili sarebbero poprio Polidori e Roscioli. Quest'ultimo ci scherza su: "Ottimo modo per bruciarmi e poi non è che ci tenga molto, sinceramente". Polidori mette prima le mani avanti "a me piace avere tempo libero e poi mia moglie mi ha detto "mica accetterai....", poi si fa più serio "se si va a elezioni si rimescolano le carte. E anche se parto avvantaggiato, se non altro per la stima di cui onestamente godo tra i componenti di giunta, certo non faccio la corsa per diventare presidente". Il dopo Pambianchi sembra essere iniziato.

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