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Fiumicino, sgominata la gang del magazzino

Passeggeri in fila davanti agli sportelli dell'aeroporto romano di Fiumicino

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Si muovono disinvolti verso le telecamere, certi della loro posizione. Poi con un lungo bastone e qualche tentativo a vuoto, riescono a puntarle verso il cielo, impendendo le riprese del furto in atto. Le immagini del sistema di videosorveglianza dell'aeroporto di Fiumicino, in mano alla Polizia di Frontiera, dimostrano la presenza di una talpa nella banda autrice del colpo del 28 novembre del 2010. In quattro irruppero nei magazzini di Adr interni all'aeroporto di Fiumicino e fuggirono con un bottino da 2 milioni di euro. Oggi, a indagini concluse, hanno tutti un nome e un volto. Migliaia i profumi e i cosmetici delle migliori marche trafugati dai depositi dove viene conservata la merce destinata ai duty free, portati via sui furgoni della società di gestione dello scalo. La gang era riuscita nel colpo oscurando le telecamere puntate sui magazzini, grazie alla complicità di un basista, impiegato truffaldino di Adr, prima sospeso e denunciato, oggi agli arresti. I primi risultati delle indagini erano giunti a febbraio scorso. A incastrare uno dei malviventi, un frammento di impronta lasciato incautamente su una confezione di profumo: apparteneva a Daniele Mancini, 28enne pluripregiudicato, con alle spalle un curriculum criminale notevole. Gli altri complici, tutti residenti al Laurentino 38, sono stati individuati grazie a complesse ricostruzioni dei traffici telefonici. I cellulari hanno tradito Giulio C., palermitano 34enne incensurato, subito denunciato, mentre anche per Antonino M., il 36enne ex dipendente Adr, sono scattate le misure cautelari in carcere. L'ultimo “tassello” del complicato puzzle gli investigatori della POlaria, diretti dal vicequestore aggiunto Roberto Mattei e coordinati dal dirigente Giovanni Siggillino, lo hanno messo a posto in questi giorni. Il quarto uomo della banda è Enzo R., 61enne, probabile ricettatore del gruppo. Nelle abitazioni dei quattro gli agenti hanno rinvenuto parte della refurtiva e il “libro mastro” con i dettagli dei costi dei prodotti rubati.

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