Ucciso in strada a sprangate
Ucciso in mezzo alla strada con un colpo di spranga alla testa. Sembrava una lite tra automobilisti poi la tesi è sfumata. È stata la vittima di un regolamento di conti. C'è di mezzo il denaro. Sull'asfalto Marco Calamanti, pregiudicato di 47 anni, di Castel Madama ma residente a La Rustica. Doveva dei soldi al suo aggressore. È deceduto dopo le 18 all'ospedale Pertini dov'è stato trasportato dall'ambulanza del 118. Il fatto è accaduto all'incrocio tra via Recanati e via di Casal Basilio. Tutto è accaduto in fretta. La vittima è al volante di una Grande Punto, accanto il figlio di 19 anni. Sono fermi al semaforo. All'improvviso la violenza. Un colpo manda in pezzi il cristallo posteriore, un secondo rompe quello al lato. Calamanti scende e non ha il tempo di fiatare. Il tizio lo colpisce alla testa, sopra il sopracciglio. Lui crolla a terra: è vivo ma in gravi condizioni, ha perso conoscenza, non esce molto sangue, evidentemente l'emorragia è tutta interna. Il figlio scende, soccorre il padre, mentre l'aggressore si allontana, va alla sua auto di colore scuro e si dilegua. Sembra tutto irreale. Attorno ci sono altre macchine, la gente ha visto la scena e guarda quello che accade. L'ambulanza del 118 arriva, carica il ferito e lo porta all'ospedale dove Marco Calamanti non sopravviverà. Giungono sul posto pure i carabinieri della stazione di San Basilio e della Compagnia Montesacro diretta dal maggiore Luciano Soligo. In un primo momento si pensa alla lite tra automobilisti finita in tragedia, sfuggita al tizio armato di bastone. Poi le cose cambiano. Se così fosse stato, il figlio avrebbe ricordato quando, perché, dove e con chi la discussione è cominciata. Invece ai militari avrebbe detto poco: non avrebbe visto bene in volto il violento che ha colpito a morte il padre e neppure è sicuro che saprebbe riconoscerlo. Un aiuto potrebbe venire dai testimoni, da automobilisti e passanti che avrebbero assistito alla scena. Le indagini sono appena all'inizio.