Guerra ai trans di Tor Sapienza
Ormai non serve più nemmeno tappare gli occhi ai bambini per non fargli rubare l'innocenza. Tutelarli dalle oscenità è impossibile a via Longoni, assediata da transessuali giorno e notte, nudi alla fermata dell'autobus, con gli attributi ben in mostra per attirare i clienti, che arrivano a consumare amplessi persino negli spazi condominiali dei palazzi dove abitano 3-400 famiglie. «Più di una volta li hanno beccati nudi con i clienti, nei posti auto all'aperto o nei garage, e persino nelle terrazze comuni» conferma il presidente del Comitato di quartiere via Longoni, Arnaldo Vece. Nulla è cambiato. Nove mesi di proteste, di video girati per testimoniare cosa succede sotto le finestre. Ma via Longoni è rimasta la stessa. Trans e degrado continuano a dettare legge nella lunga strada che sembra un'autostrada tra Prenestina e Collatina, che sembra fatta apposta per loro. Sul lato destro, tutto a verde, hanno tirato su le baracche dove fanno il comodo loro. Sulla sinistra invece ci sono la sede dell'Inps, il campus biomedico dell'American Hospital e il maxi condominio. Poi di nuovo il verde fino alla Collatina. «Tutto espugnato dai trans - confermano i residenti - Impiegati e utenti devono convivere con queste oscenità, persino i malati che entrano e escono dall'ospedale» racconta Otello, padre di una bambina. Medita di cambiare casa «non voglio che mia figlia cresca in quest'ambiente, me ne ne andrò per disperazione come hanno già fatto altri: Antonella era uno dei membri più attivi del comitato ma alla fine ha dovuto gettare la spugna». I residenti non sanno più a che santo votarsi. Una ventina di giorni fa una delegazione è stata ricevuta al comando del VII Gruppo della Polizia Municipale. «Siamo stati ricevuti dal vicecomandante Berardi - racconta ancora Otello - c'era anche il presidente di Municipio» (Roberto Mastrantonio, Sinistra arcobaleno). I risultati non si sono visti. «Prostituzione e degrado sono immutati». E l'esposto? Un buco nell'acqua. «Ciò che viene denunciato è l'abbandono della strada e dei diritti di chi ci abita - si legge nel documento firmato da tutti i residenti di via Longoni -. Diritti fondamentali che in alcun modo possiamo accettare che vengano ignorati dalle autorità competenti». «La nostra - spiegano - non è una battaglia conto la prostituzione tout-court ma è inaccettabile averla sotto casa con tutto il degrado che si portano dietro». Organizzarsi come in altri quartiere è impossibile. La gente ha paura dei trans, sono violenti. «Ma siamo matti? Tentare di scoraggiarli con cocomerate e passeggiate in gruppo come stanno facendo ai Prati Fiscali o nel quartiere Marconi per noi che viviamo qui è impensabile - dice Alex, un altro membro del comitato di quartiere - Questa è gente temibile, non è come fare i conti con le lucciole romene». Persino le forze dell'ordine lo sanno. Devono pianificare i controlli, e presentarsi in gruppi nutriti se non vogliono avere la peggio.