Inseguimento e movida Vigile urbano investito
Nellanotte dei controlli sulla movida a Ostia è rimasto a terra un vigile urbano del reparto motociclisti del XIII Gruppo, finito in ospedale con sette giorni di prognosi. Arrestato il ragazzo di 19 anni che lo ha speronato alla guida di una Lancia Y, fuggito l'altro che era in macchina con lui. Venerdì notte, dopo l'1.30 i due sono stati segnalati dai vigili a piazzale Cristoforo Colombo perché armati di coltello minacciavano due prostitute su lungomare Amerigo Vespucci. Avvicinati dalla pattuglia della Municipale i due si sono dati alla fuga iniziando un pericoloso slalom tra le auto sul lungomare, inseguiti dalle forze dell'ordine. Alle costole dei fuggiaschi si sono messi pure i motociclisti della Municipale. Uno di loro è stato investito dalla Lancia Y. Gli altri invece hanno continuato l'inseguimento. La corsa si è conclusa in piazzale Magellano, all'incrocio con via della Fusoliera, quando la Lancia è andata a sbattere contro un muretto di cemento. S.L., diciannovenne residente a Ostia, è stato arrestato, mentre è ancora ricercato l'altro che dopo l'urto è riuscito a scappare. Secondo i documenti ritrovati nella vettura, si tratterebbe di P.A., 22 anni, anche lui di Ostia. L'agente investito è stato dimesso ieri dall'ospedale Grassi. Immediate le razioni. Il delegato comunale alla Sicurezza, Giorgio Ciardi ha espresso «solidarietà all'agente. Il XIII gruppo, operativo su un'ampia area che nel periodo estivo ospita un numero di persone ancora maggiore, sta dimostrando grande capacità operativa a tutela e garanzia della sicurezza degli abitanti del territorio». Plauso anche dal presidente del XIII Muncipio, Giacomo Vizzani, e dall'assessore con delega alla Sicurezza, Amerigo Olive. Ma il «grazie» non soddisfa tutti. Soprattutto il segretario Alessandro Marchetti di uno dei sindacati della Municipale, il Sulpm. «Due vigili investiti in due giorni, senza contare gli oltre 200 agenti feriti all'anno. Ma da politici e mass media dice - non c'è la giusta attenzione». Conclusione: «Verso di noi c'è una forma di razzismo latente alimentato dall'ipocrisia e dalla demagogia dei soliti giornali e politici che ci fa essere di serie C pure di fronte agli infortuni sul lavoro». Fab. Dic.