Centri estivi
Lascuola è finita e il dilemma per la maggior parte dei genitori che comunque continuano a lavorare e magari hanno fissato le ferie in agosto è «dove piazzare i pupi». Perché in estate anche i nonni baby-sitter, che sono stati validi tappabuchi durante l'anno, abdicano e se ne vanno in vacanza «a riposarsi e ricaricare le pile». E così dicasi di zie, cugine e genitori degli amichetti più disponibili. Insomma nel fuggi-fuggi generale la soluzione più a portata di mano rimane il centro estivo. Nella Capitale l'offerta è smisurata: si può dire che ogni circolo sportivo, centro di aggregazione per ragazzi, museo per l'infanzia, parco di divertimenti, associazione di vario genere, dopolavoro, circolo ricreativo organizzi un centro estivo per bambini. Se l'offerta è vasta la domanda lo è ancora di più. Gli stessi Municipi finanziano centri estivi (dati in gestione a cooperative esterne specializzate) all'interno delle strutture scolastiche. Questi centri hanno il vantaggio di non spostare i bambini in luoghi nuovi (con persone sconosciute) e costi abbordabili anche per le famiglie disagiate. Organizzare un centro estivo in una scuola non è facile perché bisogna attrezzarsi con giochi e piscinette, fondamentali nelle ore più calde (non sempre le strutture sono adatte). Dove tutto questo non è possibile si ricorre a trasferte fuori dall'istituto. Più funzionali, in tal senso, sono i circoli sportivi che prevedono anche sconti per i ragazzi del quartiere e per quelli che frequentano la struttura tutto l'anno. Per esempio il Circolo delle Muse in via Ruggero Fauro ai Parioli. «Siamo in una zona ricca di circoli, c'è concorrenza - spiegano dalla direzione - così abbiamo deciso di abbassare le tariffe: 112 euro a settimana. Di media sono 140 ma in certi posti possono lievitare a 180. Comunque la vera concorrenza ce la fanno gli oratori, 25 euro a settimana con il pranzo a sacco». Come organizzate le giornate? «Con un programma scandito da attività ludico-sportive. Piscina, tennis, pallavolo e altri giochi. Il pranzo lo prepariamo qui da noi. Il pomeriggio nella sala video viene proiettato un film». Gli ammessi devono avere un'età compresa tra i 5 ai 15 anni. Il menu settimanale ricalca grosso modo quello degli altri circoli. Perché la parola d'ordine è tenere impegnati i ragazzi facendoli divertire. Anche perché hanno sul groppone nove lunghi mesi di scuola. Giochi, sport ma anche attività artistiche e per certi versi didattiche. Corsi per imparare l'inglese, la ceramica, il disegno, a rilegare i libri e creare ciabattine fatte a mano. Sono alcune alternative originali proposte ad esempio dal Museo dei bambini Explora di via Flaminia (che accoglie bimbi dai 6 ai 12 anni - a settimana 215 euro) che prevede per i piccoli ospiti anche uscite all'esterno, passeggiate dentro Villa Borghese oppure al Bioparco non distante dal museo. «Quest'anno tra le altre proposte abbiamo anche quella per imparare i giochi dimenticati - dicono gli organizzatori di Explora - tra cui la palla di Feninde, la torre di Hanoi, la pallacorda ed alcuni giochi delle arti circensi». Colti, eruditi e pure ambientalisti. Perché tra le attività ci sono anche gite in fattoria per osservare da vicino i piccoli animali con annesse cure dell'orto biologico. Questi aspetti didattici dei centri estivi piacciono soprattutto ai genitori. Che pensano di unire l'utile col dilettevole. E i diretti interessati che ne pensano? Alcuni sono entusiasti, altri soffrono per un certo clima «da colonia» necessario per mantenere la disciplina. In generale comunque si registra un'overdose di attività quotidiane dove non c'è spazio per l'elogio dell'ozio, doveroso nella stagione estiva. Per quello ci sono i genitori.