Tre chilometri di spiaggia senza sorveglianza
Epossibilmente senza attendere aiuti, che difficilmente arriveranno. Situazione fuori controllo per ciò che concerne la sicurezza balneare sull'arenile del lido di Ostia. Nel pieno della stagione, iniziata ufficialmente il primo maggio, di marinai di salvataggio (questo il nuovo termine con il quale vengono ora chiamati i bagnini di un tempo), è difficile trovarne. Dalla rotonda al pontile solo una lunga serie di torrette vuote e sedie abbandonate. Qualche eccezione c'è, ma solo a confermare la brutta regola. L'ordinanza di sicurezza balneare attualmente in vigore, emanata dalla Capitaneria di Porto – Sezione Tecnica, è la numero 021-2010. Al punto 3, paragrafo A, dell'articolo 9 si legge: «Durante la stagione balneare i Comuni e i concessionari/gestori devono organizzare e garantire ogni 100 metri di fronte mare o frazione di 100 metri, il servizio di salvataggio ai bagnanti con almeno un assistente». Normativa che viene puntualmente disattesa. Basta infatti una passeggiata sulla battigia per accertare che decine di postazioni risultano vuote e così, per centinaia e centinaia di metri, bambini e adulti fanno il bagno a loro rischio e pericolo. Vuota una postazione del Kursaal, entrambe quelle della Nuova Pineta. Così anche a La vecchia Pineta e la Lega Navale. Nessuno a controllare un gruppo di ragazzi che fanno il bagno a Il Marechiaro e solo un bagnino a vigilare a Il Lido. Bene invece Il Delfino, il Tibidabo e La Pinetina. Nel paragrafo K del già citato articolo 9 si legge invece testualmente: «Assicurarsi che gli assistenti bagnanti svolgano continuativamente il loro servizio per l'intero orario della balneazione, provvedere alla loro sostituzione con altro soggetto abilitato sia in caso di necessità che per consentirne la turnazione». Purtroppo però le sostituzioni, anche per una piccola pausa caffé, non sono previste. A confermarlo sono gli stessi bagnini. «Facciamo un turno fisso dalle nove alle diciannove, - spiega Massimiliano – con un'ora di pausa. Devo ammettere che è faticoso, - aggiunge – già dopo un paio d'ore a fissare il mare si rischia di rimanere ipnotizzati. I cambi non sono previsti». E i compiti non sono finiti. «Abbiamo anche l'obbligo di assicurarci che nessuno sosti nei primi cinque metri dalla riva, - dice Franco, assistente di salvataggio - Devono restare liberi per poterci dar modo di intervenire senza intralci in caso di urgenza». Pochi bagnini per molto lavoro quindi. Un rischio per un servizio essenziale che deve garantire la sicurezza dei bagnanti.