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«Giù le mani da Totti e De Rossi»

Francesco Totti, Daniele De Rossi, Mirko Vucinic, Jeremy Menez,  Simone Perrotta della Roma

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Per mettere d'accordo romanisti e laziali ci voleva lo scandalo calcio scommesse. D'accordo sul fatto che giocatori e squadre della Capitale sono innocenti. Nei bar di Roma, dalla Garbatella a Testaccio, non si parla d'altro. Per Arnaldo, cliente romanista del Bar Foschi, «è una storia assurda. Ce l'hanno con De Rossi perché criticò la tessera del tifoso. E Totti è un povero parafulmine, lo mettono sempre in mezzo». Giorgio, il barista, è certo: «Nel calcio ci sono impicci già nelle giovanili, figuratevi tra professionisti». Il Bar dei Cesaroni è un turbine di tifo e polemiche. Nicola è un giovane biancoceleste, eppure è d'accordo coi cugini su tutto: «Lazio e Roma non c'entrano. Totti, poi, che dà i soldi degli spot in beneficenza, perché farebbe queste cose? Comunque chi ci rimette siamo sempre noi scommettitori, per colpa di quelli che si mettono d'accordo». Gli fanno eco Ermanno e Mario: «Gli accordi nel mondo del pallone ci sono da tempo, però ora si esagera. Totti in prima pagina solo per vendere i giornali, e intanto un camorrista a bordo campo...». Marco, titolare del Lucky Star, prova a riderci su: «È tutta una burla. Forse il Napoli è colpevole, ma la Roma non si tocca. Non parlo di Lazio, ma stavolta non c'entrano. Fortuna che ora arrivano gli americani». Perché in un momento così si guarda al futuro. O al passato, come al Roma Club Testaccio. Riccardo, uno degli storici fondatori, ricorda lo scandalo del 1980: «Quella era roba seria, stavolta solo scandali di serie B o C. In A sembra non esserci niente. E Roma e Lazio meno di tutte».

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