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Il giorno della verità per Atac e trasporti

Aracri, Cassone e Angelini

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«Gli anni peggiori per la situazione finanziaria di Atac sono stati quelli tra il 2003 e il 2007, sotto la guida delle giunte Rutelli e Veltroni». A dirlo, con tanto di bilanci alla mano, il vice coordinatore Trasporti e deputato Pdl, Francesco Aracri, insieme ai consiglieri capitolini Pdl, Ugo Cassone e Roberto Angelini. Non a caso l'ampio dossier che certifica lo stato delle casse Atac è stato presentato alla vigilia del consiglio straordinario sull'azienda di trasporto pubblico. Il messaggio è chiaro: il dissesto delle casse Atac non si può imputare al centrodestra. «Nel 2004, Atac perdeva 128 milioni e aveva un indebitamento netto di 203 milioni, nel 2007 la perdita è stata pari a 129 milioni e l'indebitabento è schizzato a 614 milioni - ha detto Aracri - La situazione è cominciata a migliorare solo nel 2008 quando la perdita è scesa a 123 milioni (2008) e successivamente a 113 (milioni), mentre l'indebitamento netto è sceso a 548 milioni (2008) e poi a 345 milioni (2009)». Nel 2010 in seguito alla fusione delle aziende del Trasporto pubblico locale, «si conferma un andamento positivo con un risultato di 50 milioni di margine operativo lordo». Diverse poi le emergenze ereditate. Tra le più significative la manutenzione dei mezzi. Dal 2006 al 2009 l'Officina Grandi Revisioni ha sostenuto costi per 25 milioni di euro. Per fare cosa? Revisione di un treno Mb; revisione leggera di 2 treni Mb, riordino di 4 treni Frecce del Mare. Ad oggi ci sono 62 treni con revisioni scadute, elevata vetustà del parco bus (età media 8 anni), in totale solo il 50% dei mezzi sono realmente utilizzabili, il 25% è da revisionare, il resto da rottamare. Quanto al caso Parentopoli, secondo Aracri «non c'entra nulla» con il deficit di Atac. Anzi, secondo i dati distribuiti dal Pdl, dal 2009 al 2011 i dipendenti in Atac sono ridotti passando da 12.879 (2008) a 12.591 (2010) agli attuali 12.300. In totale, nel 2010 «sono stati risparmiati 40 milioni di euro alla voce personale». La "mossa" di Aracri, Cassone e Angelini ha scatenato le ire del centrosinistra che oggi ha preparato una durissima battaglia in aula. «Da Aracri e Piso, responsabili politici insieme ad Alemanno della parentopoli Atac, solo falsità e un grottesco tentativo di auto assoluzione - ha tuonato Umberto Marroni, capogruppo Pd Roma Capitale - I conti dell'Atac come scritto nel Piano industriale di Basile, non certo nominato dal centrosinistra, erano al 2007 in sostanziale equilibrio. Nel giro di tre anni la malagestione del centrodestra ha invece portato la più grande azienda di trasporto sull'orlo del fallimento. Questi sono i dati e i fatti reali». Ma se dall'opposizione la reazione è a dir poco scontata, soprende non poco quella del gruppo di Laboratorio Roma del Pdl, ovvero la "corrente" del partito cui fa riferimento l'assessore capitolino alla Mobilità, Aurigemma. Un dettaglio non da poco. «Siamo venuti a conoscenza della presa di posizione avanzata da alcuni esponenti del Pdl sulla gestione del trasporto pubblico, in cui si paventavano, tra l'altro, eventuali denunce alla Corte dei Conti. Ci domandiamo dove fossero questi esperti del trasporto negli anni precedenti e come mai queste perplessità non sono state avanzate prima. Rispetto a costoro ci poniamo distinti e distanti. Crediamo che oggi, al di là di sterili polemiche sul passato, è assolutamente necessario rilanciare le azioni che il nuovo management vuole portare avanti per tutelare e salvaguardare l'Atac». Ma qual è la vera opposizione?

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