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Poste in tilt. «Prorogate i pagamenti»

Roma, assalto agli uffici postali

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È stata un'altra giornata di proteste davanti agli uffici postali. Il servizio ha continuato a funzionare «a singhiozzo», a causa di un problema al server centrale che ha mandato in tilt il nuovo software Ibm di Poste Italiane. Hanno invece funzionato gli uffici che lavorano ancora col vecchio sistema, generando però code interminabili. Dall'azienda assicurano «che sono stati fatti notevoli passi in avanti». Ma la soluzione definitiva al problema ancora non si vede. E migliaia di romani restano con bollettini da pagare o pensioni da ritirare. Domani le associazioni dei consumatori si siederanno a un tavolo con i vertici di Poste per pretendere il risarcimento ai cittadini. «Chiederemo di prevedere un indennizzo non solo per i danni materiali ma anche per i disagi subìti dagli utenti», ha detto il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Nella richiesta che verrà avanzata c'è «un bonus da 50 euro da utilizzare in servizi postali per coloro che hanno dovuto sopportare file agli sportelli superiori alle due ore, e 25 euro per ogni ulteriore ore di attesa dalla seconda in poi». L'obiettivo del Codacons è sedersi al tavolo di conciliazione per analizzare anche i singoli casi. Inoltre, l'associazione ha chiesto un intervento del governo: studiare un decreto legge ad hoc per prorogare di un mese i termini di pagamento di utenze varie e sanzioni come le multe stradali, rate finanziarie, bollette, tasse o tributi il cui termini rientri nei primi quindici giorni di giugno. In attesa di capire quali accordi saranno presi tra le parti, domani, Poste Italiane ha convocato un consiglio di amministrazione straordinario per gestire lo stato d'emergenza e capire quali misure sarà possibile proporre a tutela degli italiani. Proprio l'assessore alla Tutela dei consumatori del Lazio, Teodoro Buontempo, in queste ore sta portando avanti due iniziative: la proroga dei termini di pagamento e una class action contro le Poste. Anche perché il disservizio non sembra essere una novità. Il 23 giugno del 2010 il deputato Pdl Manlio Contento aveva presentato un'interrogazione parlamentare in merito. E sulla mancanza di un organo superpartes che possa controllare l'operato delle Poste, è tornata a parlare l'Agcom: «Noi e l'Autorità per la concorrenza avevamo inviato una segnalazione a governo e parlamento - ha spiegato il presidente Corrado Calabrò - per attribuire all'Agcom le funzioni di regolazione del settore postale e questo perché è un'Autorità indipendente e ha la competenza tecnica per assolvere a questo compito».

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