Arancia meccanica in casa In manette leader di Militia
Dall'attività nell'estrema destra a una presunta rapina stile arancia meccanica a un imprenditore di Mentana. Ieri mattina i carabinieri hanno arrestato il leader romano del movimento Militia, Stefano Schiavulli, 26 anni, e il sospetto complice Flavio Iannaccone, meccanico di 42, rispettivamente residenti nelle zone di Monte Sacro e Villa Spada. Sono accusati di rapina, sequestro di persona e lesioni. Il caso si riferisce al giugno 2009, le ordinanze di custodia del Gip sono state emesse solo ora, eseguite dai militari del Nucleo operativo della Compagnia di Monterotondo diretta dal capitano Domenico Martinelli. Le indagini avrebbero portato alla luce sola la metà della storia. Il 18 giugno di due anni fa, da una cabina telefonica sarebbe partita la telefonata dei due al costruttore di Mentana, un sessantenne. Motivo: la volontà di acquistare un appartamento. L'appuntamento è per il giorno dopo. Ma si rivela una trappola. Quando l'imprenditore e i due sedicenti acquirenti si trovano nell'abitazione la scena diventa da incubo. Il sessantenne viene imbavagliato, bloccato col nastro da imballaggio, colpito al volto e su tutto il corpo con calci e pugni, subendo poi la rapina di 200 euro, telefono cellulare, orologio da polso, chiavi di casa e dell'auto. L'imprenditore se l'è cavata con dieci giorni di prognosi, anche se un occhio ha subito qualche lesione più seria. Le indagini dei carabinieri hanno avuto inizio facile con la testimonianza della vittima. Il racconto però ha aperto altri scenari investigativi, sostenuti soprattutto da un sospetto: i due potrebbero aver agito per conto di altri, su commissione. È la seconda parte della storia. I militari hanno controllato il traffico telefonico della cabina dalla quale è partita la chiamata e hanno scoperto che il 18 giugno, dopo aver fissato l'appuntamento col costruttore, dal posto pubblico i due hanno fatto altre due telefonate. A chi? Cosa è stato detto? Domande che rientrano nella seconda parte dell'inchiesta. Forse il costruttore aveva pestato i piedi a qualche concorrente. È un'ipotesi. Sorprende comunque il coinvolgimento del leader di Militia. La pista politica è stata esclusa. Ma Stefano Schiavulli ha un passato recente assai distante dall'aggressione a scopo di rapina. Nel maggio 2010 è finito nel blitz dei carabinieri del Ros con le accuse di apologia del fascismo, diffusione di idee fondate sull'odio razziale e violazione della legge Mancino, sequestrando machete, mazze da baseball, bastoni, documentazione ideologica di estrema destra, manifesti e strumenti per scritte murarie, striscioni a firma Militia, materiale informatico e perfino una divisa dell'Esercito israeliano.