Prigionieri della movida
La movida di Ostia finisce su Youtube. Il Comitato cittadino Castelfusano ha caricato sul portale Internet i filmati del caos che imprigiona ogni sabato sera il lungomare. E, soprattutto, per far ascoltare a chi ancora non ci credesse il rumore prodotto dalla musica sparata a tutto volume dalle ventincinque discoteche «on the beach». «Un inferno che ci tiene svegli da mezzanotte alle quattro e mezza del mattino», spiegano gli inquilini dei palazzoni in via Renato Bellot, che hanno realizzato i video. «Dal XIII Municipio, che ha autorizzato l'apertura cinque giorni a settimana ci siamo sentiti dire che, invece, l'inquinamento acustico è diminuito rispetto alla scorsa estate perché, al posto dei 115 decibel registrati dai vigili urbani nel 2010, l'altra sera si è arrivati appenma a cento». «Cento decibel alle due di notte in una zona residenziale dove ne sono previsti 45 dal piano di zonizzazione acustica. Ma che ci vogliono prendere in giro?», s'arrabbiano. «Che facciano rispettare i limiti previsti dalla legge». «I limiti li facciamo rispettare - ribatte Giacomo Vizzani, presidente del Municipio - Due discoteche sono state contravvenzionate proprio per non averli rispettati». Ma questo non basta agli inviperiti abitanti di Ostia che, dopo neppure due settimane dall'apertura dei dancing in riva al mare, hanno dichiarato guerra al rumore. «La moderna tecnologia offre casse acustiche e strumentazioni che permettono di far ascoltare musica anche ad elevato volume a chi è in pista a ballare, senza far uscire le emissioni sonore dal locale». «Nei locali notturni tradizionali tali attrezzature sono utilizzate. A Ostia no», sottolinea il Comitato Castelfusano. «La verità è che non si vuole far musica e creare divertimento per i giovani, si vuole soltanto spillar loro soldi. E se la musica è uno strumento per vendere drink, allora la si usa. Se poi c'è da pagare una multa, la si paga. Tanto è una goccia nel mare di soldi incassati dai dancing da spiaggia. È sempre stato così e non ci sembra ci sia una vera volontà di cambiare da parte delle istituzioni, nonostante l'impegno di polizia, carabinieri e vigili urbani costretti a restare sulle strade fino all'alba a caccia di spacciatori di droga e pirati della strada». Perché la movida di Ostia non è soltanto musica, colore, gioia di vivere. Ma anche ragazzi che si accoltellano fuori dai locali notturni (il BarKabar è stato chiuso due settimane fa proprio questo), pusher che cercano di piazzare cocaina, hashish e pasticche di ecstasy all'ingresso delle discoteche, ragazzi che guidano ubriachi, drogati, allucinati da una serata trascorsa senza regole. Così fuori di testa da non vedere neppure il divieto di sosta imposto dalla Municipale sul marciapiede lato spiaggia. Venerdì e sabato scorso c'era. E c'erano pure centinaia di auto posteggiate. Divieto inutile. Verrà rimosso. Le discoteche, però, continueranno a restare aperte fino alle 4.30. Mentre Fiumicino, Anzio, nettuno e Pomezia le chiudono al massimo all'una. E ciò crea problemi di sicurezza: migliaia di giovani a notte inoltrata, specialmente il sabato, si riversano verso Ostia perché solo qui si può ballare. Intasando la Litoranea, la via del Mare, la Cristoforo colmbo. Paralizzando il Lido. Da centomila a duecentomila ogni fine settimana i giovani che a Ostia vengono per scatenarsi al ritmo di house, techno e funky. «Ogni lunedì ci incontriamo con i comitati di quartiere, i gestori delle discoteche e le forze dell'ordine. In quella sede nessuno si lamenta, dopo puntualmente arrivano le proteste. che si mettano d'accordo», incrocia le braccia Vizzani. Ale. Zav.