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Il trionfo del «tassista volante» con l'ernia

Il tassista romano Giorgio Calcaterra

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Lo chiamano «il tassista volante». Ma non perché prema troppo l'acceleratore della sua «Padova 32». Anzi. L'auto bianca, galeotta un'ernia del disco che l'ha costretto a interrompere l'attività sportiva, ormai la usa poco. A volare sono i suoi piedi. Le gambe e il resto del corpo seguono a ruota. Giorgio Calcaterra, romano, «classe 1972», è il re del Passatore, ultramaratona da 100 chilometri che si disputa in Toscana. Anche quest'anno, come i cinque precedenti, Giorgio è arrivato primo al traguardo. Non solo. Ha fatto il record del percorso e il suo personale, coprendo la distanza proibitiva tra Firenze e Faenza in sei ore, 25 minuti e 47 secondi. Il Passatore, gara intitolata al celebre brigante attivo in Romagna a metà '800, si tiene da 39 anni, l'età di Giorgio, che ha cominciato a correre nell'82 grazie al padre Antonio. L'uomo, ex tipografo de Il Tempo scomparso nel 2000, gli diceva sempre: «La corsa è vita». Il 28 maggio alla partenza erano in 1500. Calcaterra pensava di non farcela a partecipare. «A fine luglio 2010 - racconta - ho scoperto di avere un'ernia del disco e per mesi non riuscivo neppure a camminare. Ancora adesso devo portare un bustino. Ho ricominciato piano piano e a fine novembre riuscivo appena a fare un chilometro in otto minuti. Pensavo di operarmi e avevo già fissato la data dell'intervento. Poi ho capito che dipendeva molto dal mio lavoro, ho mollato un po' il taxi e sono stato subito meglio - continua Giorgio - Ad aprile non stavo ancora perfettamente ma facevo 30 km al giorno in allenamento, la corsa era l'unica cosa che non mi dava tanto fastidio alla schiena». Da 30, Giorgio è passato a 60 chilometri e, a fine maggio, è arrivato in Toscana deciso a vincere. «È un percorso particolmente difficile - spiega - al 48° km si sale fino a 920 metri, all'inizio fa caldo, poi freddo, gli sbalzi di temperatura sono una tortura e devi curare molto l'alimentazione». Giorgio, però, ce l'ha fatta. Anche questa volta ha volato fino a Faenza più veloce di tutti, dedicando la vittoria a papà Antonio.

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