Nuovo black-out Assalto alle poste e pensionati a secco
«Asignorì, ma oggi è peggio di ieri». Aspettavano il riscatto. Ma la giornata risarcitoria alle Poste non c'è stata. E così al venerdì di passione è seguito un sabato di tregenda. Con lunghe file nei circa 250 uffici postali della capitale, dove per il terzo giorno consecutivo un guasto informatico ha mandato in tilt i terminali, così come è accaduto anche nei 14 mila uffici postali in tutt'Italia. Lunghe code e tanta rabbia, soprattutto tra i pensionati, che neanche ieri hanno potuto riscuotere i soldi. Ma anche chi era andato alla posta armato di santa pazienza per pagare una multa, inviare una raccomandata o effettuare dei pagamenti ha finito per "sbroccare". E a fare le spese dei malumori degli utenti alla fine sono stati gli impiegati, bersagliati di domande e in qualche caso anche di «accidenti». Eppure sono stati i primi a sentirsi mortificati per l'accaduto. «Ci sono anziani che battono i pugni sul balcone - raccontano - vogliono i loro soldi e tu non glieli puoi dare». E che succederà lunedì? Si prevedono sbarchi come a Lampedusa. «Ci sarà un nuovo assalto, bisognerà smaltire l'arretrato, e ci chiederanno ancora di lavorare a oltranza». Anche ieri gli uffici sono rimasti aperti più a lungo. Spesso, però, senza i risultati sperati. Dopo le 9.30 i terminali hanno continuato a fare le bizze anche nell'hinterland. E la colpa sarebbe del mega «cervellone» di Roma, cui sarebbero collegati i terminali di ogni ufficio postale. «Il guaio sta a Roma - spiegano alcuni impiegati - il sistema informatico di Poste Italiane è cambiato: con il vecchio Pgo i terminali di ogni ufficio erano collegati al server del direttore. Adesso con il nuovo Sdp anche il terminale della direzione è collegata a un cervello a Roma, e da lì arrivano e partono tutte le operazioni: bollettini, bonifici, vaglia, buoni postali passano per quello romano». Poste Italiane «si scusa», annuncia che i pensionati potranno riscuotere da domani e conferma che «l'inconveniente è dovuto al malfunzionamento del software verificatosi sui sistemi centrali Ibm sui quali appoggiano le attività degli uffici postali». Inoltre gli Uffici Postali «hanno operato oltre il normale orario di chiusura consentendo l'erogazione dei servizi a tutti i clienti in attesa e garantendo oltre 6 milioni di transazioni, il pagamento di oltre 180 mila pensioni e l'accettazione di oltre 1.200.000 bollettini, nella media delle attività abitualmente svolte». Ma le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra. E annunciano una class action oppure danno indicazioni su come farsi rimborsare singolarmente. Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) hanno già invitato l'amministratore delegato di Poste Massimo Sarmi «ad aprire, dal prossimo lunedì, un tavolo di conciliazione per risarcire bonariamente tutti i cittadini che hanno subito dei danni, ciò eviterà una class-action».