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Mozione di sfiducia alla Pisana Ma la coalizione è con Renata

Polverini

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Clima teso, ma risolutivo il giorno dopo la presa di coscienza di un Pdl che vince se unito, della lista civica della governatrice, che ha punto ma non ha affondato, e di un Pd che crede di godere di buona salute, sottovalutando il contributo (essenziale per le vittorie riportate) di Sinistra e Libertà da una parte e dell'Udc dall'altra. Un quadro dai contorni ancora confusi ma dal disegno chiaro. La mozione di sfiducia contro la giunta Polverini che il centrosinistra (tranne Api e Lista civica cittadini e cittadine) presenterà in Consiglio regionale il 9 giugno è un «atto dovuto» per un'opposizione seria che giustamente cavalca l'onda della prima vera crisi del partito di maggioranza. Le voci sui numeri che mancherebbero alla Polverini in seno al Consiglio regionale per ottenere la fiducia fanno da colore. Sembrerà strano, ma il peggio per il centrodestra alla Pisana è passato. Lo scontro atteso da un anno finalmente c'è stato, così come la "conta" nel Pdl, nel movimento della governatrice, nell'Udc e ne La Destra. Adesso si può ripartire alla luce degli equilibri, alcuni nuovi, altri consolidati. Gli incontri della Polverini con gli esponenti della sua maggioranza fanno ben sperare. «Con il centrodestra non c'è nessun conto da fare, la politica è fatta anche di incontri che si susseguono - ha commentato ieri la governatrice -. È evidente che c'è un dato che emerge: il centrodestra vince solo a Sora e a Terracina, perde in tutte le altre realtà nelle quali era arrivata, anche prima, nei primi turni. Evidentemente la riflessione va fatta su questo. I candidati di Città Nuove hanno ottenuto un risultato importante raggiungendo oltre il 48% da soli, come in particolare è avvenuto a Terracina. C'è un movimento di persone che si riconoscono in una lista civica. All'interno c'erano candidati del Pdl perché ce lo hanno chiesto. Comunque - assicura la Poverini - Città Nuove non sarà un partito». Dopo le tensioni degli ultimi giorni anche il capogruppo della Lista Polverini, Mario Brozzi smorza i toni: «A regà damose tutti 'na calmata. La Regione Lazio deve essere luogo di incontro e non solo di scontro, e comunque, il confronto deve essere sempre costruttivo. Mettiamoci al lavoro e aiutiamo la "nostra presidente" (così almeno il mio amico Giancarlo Miele non mi riprende) a costruire quel modello di Regione che sia a misura dei cittadini». E se Storace tranquillizza tutti: «La riunione di maggioranza è stata positiva e rende inutile la mozione di sfiducia», tra i pochi del Pdl alla Pisana a parlare è Giancarlo Miele (curiosamente il capogruppo Fiorito commenta solo la baruffa sui rifiuti), che lancia la proposta di «un incontro di lavoro tra i consiglieri di tutti i gruppi della maggioranza, gli assessori e la presidente Polverini che consenta una verifica del lavoro svolto e la definizione di una precisa tabella di marcia da sottoporre periodicamente ad una verifica collettiva». E se il capogruppo Udc, Francesco Carducci ricorda bene come il suo partito «sia indispensabile per governare», sente l'esigenza di dire la sua anche il capogruppo di Fli, Francesco Pasquali: «La nostra è una componente propositiva e ha le carte in regola per essere protagonista nel governo regionale». Cosa accade? Dopo la conta sul territorio è arrivato il momento di chiudere la partita più delicata (e vera): quella del nuovo assetto politico e amministrativo delle società regionali. Una partita che mette tutti d'accordo.

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