Erano quarant'anni che non veniva costruito un ponte sul Tevere
L'ultimoera stato quello della metropolitana dedicato a Pietro Nenni. Da ieri, i romani potranno attraversare il fiume anche in un altro punto. Dal lungotevere Flaminio al lungotevere Cadorna, per l'esattezza da via Guido Reni al Foro Italico. È il ponte della Musica. Per costruirlo ci sono voluti 8 milioni e due anni di lavori. È lungo 190 metri e largo 22. Le macchine però non ci potranno passare. È riservato solo a pedoni e ciclisti. In futuro potrà essere attraversato anche da bus elettrici o da un tram, ma probabilmente bisognerà aspettare il prossimo anno. Ieri mattina, subito dopo il taglio del nastro con il sindaco Alemanno, decine di persone lo hanno attraversato solo per il gusto di dargli un'occhiata. Pare di passeggiare su una nave da crociera, la pavimentazione dei due corridoi laterali, i corrimano e la rivestitura delle ringhiere sono in legno. La parte centrale, dove dovranno passare i bus, è asfaltata. L'impalcatura è in acciaio verniciato di bianco. È sorretto da due grandi archi e i pilastri si appoggiano sulle sponde del Tevere. I lavori, però, non sono ancora terminati. Sulle due rive, sotto al ponte, ci sono ancora i cantieri che interrompono la pista ciclabile sul lato del Foro Italico. Devono essere costruiti gli approdi per le barche e le piazzole per scendere e salire le scale che collegano il ponte alle sponde. L'autorizzazione al passaggio dei bus non è ancora arrivata perché si aspetta la fine dei lavori del parcheggio interrato che si trova davanti a via Reni. L'inaugurazione di ieri mattina è stata una festa, con i bambini delle scuole che hanno cantato Fratelli d'Italia suonato dalla banda dei vigili. C'erano i minisindaci del II e del XVII Municipio, Sara De Angelis e Antonella De Giusti, l'assessore all'Urbanistica Marco Corsini, il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro e il vescovo Giuseppe Marciante. Questo ponte diventerà fondamentale quando sarò pronto il Parco della Musica e delle Arti ideato da Renzo Piano. Un'area naturale e culturale che da Villa Glori si estenderà all'Auditorium, allo Stadio Flaminio e al Maxxi. Il sindaco l'ha definita «un'opera strategica, congiunzione tra la vocazione culturale e artistica di Roma e la candidatura olimpica. Da un'estremità, infatti, c'è la Casa della Scherma che ospiterà il comitato promotore, dall'altra ci sono il Maxxi e l'Auditorium».