Ariccia, Cianfanelli al fotofinish. È il quarto mandato
«Sono emozionatissimo, il centrosinistra ha vinto di nuovo, ce l'abbiamo fatta, grazie a tutti voi che mi avete dato fiducia ancora una volta. Ariccia è salva!». Sono piene di commozione le parole pronunciate dal sindaco Emilio Cianfanelli che ieri, alle 17.15, è stato riconfermato primo cittadino di Ariccia col 50,1 per cento (5.457 voti) contro il 49,8 per cento (5.425) di preferenze raccolte dallo sfidante di centrodestra Roberto di Felice. Una vittoria sul filo del rasoio, dove a pesare sono stati solo trentadue voti in più a favore dell'attuale sindaco (sostenuto dal Pd, Sel, Idv e una lista civica) che governerà Ariccia per la quarta volta. Momenti di tensione, dunque, nella «patria della porchetta» per una sfida all'ultimo voto che ha lasciato con l'amaro in bocca quasi la metà degli elettori ariccini. Da questa seconda tornata, infatti, Ariccia ne è uscita politicamente spaccata in due. Probabilmente ha influito sulla minima differenza di voti tra l'uno e l'altro candidato, anche l'ulteriore calo di affluenza alle urne rispetto al primo turno. Ha votato, infatti, il 71,2 per cento di elettori rispetto al 75,3% della prima tornata. Alla notizia della vittoria di Cianfanelli il corso principale della città si è riempito di bandiere del Pd e una carica di supporters sfegatati del primo cittadino ha invaso la piazza, arrivando fino alle soglie della sezione di Roberto di Felice, dove la rabbia ha dominato la scena ma non si sono verificati tafferugli nonostante gli animi degli azzurri fossero più che accesi. Per l'Udc e il Pdl, infatti, è stata una perdita davvero scottante. Poche parole da parte del candidato sconfitto, che al primo turno si è presentato col Terzo Polo raccogliendo il 38,3 per cento di voti e in vista del ballottaggio ha suggellato un apparentamento col Pdl che è rimasto fuori dal ballottaggio col 13,47 per cento di preferenze. «Metà del paese ha premiato una campagna di fango gettata da Emilio Cianfanelli sulla mia coalizione per la quale risponderà in tribunale - assicura Roberto Di Felice -. Sicuramente non c'è stato da parte di qualche partner l'impegno che m'aspettavo. Ho fatto una campagna all'insegna della moderazione e della mancanza di offesa, ma evidentemente in questo paese la pacatezza non paga». Di Felice, infatti, fa pesare in parte la responsabilità della sconfitta all'allontanamento di un esponente di Forza Ariccia, Otello Cianfanelli, che contrario all'entrata degli azzurri nella coalizione ha fatto retromarcia pochi giorni prima del ballottaggio.