Asse con Tel Aviv per portare a Roma le Olimpiadi 2020
Avviareuna collaborazione con Tel Aviv per lo sviluppo di sistemi di sicurezza contro la criminalità, prendere spunto dalle politiche israeliane per l'implementazione della raccolta differenziata e avviare una collaborazione col governo di Israele in vista della candidatura olimpica per i Giochi 2020. Questi gli obiettivi della visita a Tel Aviv del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Sul fronte Olimpiadi il sindaco ha spiegato che la candidatura di Roma sarà ufficializzata «verso la metà di giugno» dopo l'approvazione del bilancio. A seguire sarà reso operativo «un comitato promotore» che dovrà avviare «la presentazione internazionale» del progetto. La campagna «diplomatica» e di raccolta d'esperienze, comunque, è già partita. I colloqui tra Alemanno e i responsabili dei Maccabi mondiali ne sono testimonianza. «Le Maccabiadi sono il terzo evento sportivo mondiale e questo confronto è stato un'occasione per qualificare Roma come città internazionale dello sport, premessa essenziale per la candidatura olimpica», ha spiegato il sindaco, sottolineando di aver trovato «grande attenzione e persino affetto» nei confronti di Roma. A sostegno del progetto olimpico capitolino concorrono «motivi di carattere sia interno sia internazionale». Le Olimpiadi - ha notato Alemanno - «possono essere un segnale importante contro il declinismo, l'ideologia del declino» e dare dell'Italia l'immagine di un Paese «che non subisce la globalizzazione, ma si rilancia da protagonista». Roma sente di «aver bisogno dei giochi» per poter «affrontare la modernizzazione», superare gli errori di programmazione del passato, riqualificare il patrimonio storico, artistico e culturale e trovare «la spinta economica necessaria per valorizzarsi in prospettiva futura». Rispetto al 2004, quando Roma «arrivò a un passo dal traguardo» e lo mancò «anche per l'assenza di una perfetta unità del Paese sulla candidatura», ci sono adesso «elementi più favorevoli», a giudizio di Alemanno. «Anche se poi, naturalmente, andranno visti i concorrenti». Tokyo è l'antagonista che fa più paura dopo la rinuncia del Sudafrica. Alemanno ha poi parlato dei temi caldi della politica comunale. La prossima settimana l'Aula Giulio Cesare dovrà discutere il riassetto della holding capitolina: «È uno strumento che nasce per esigenze di compensazione fiscale. L'assessore al Bilancio dirà quanti soldi ha perso Roma in questi anni, in termini di mancata compensazione fiscale, per la mancanza di una holding. Ci auguriamo che l'opposizione abbia un atteggiamento responsabile». Sulla privatizzazione di Acea, Alemanno ha detto di aspettare l'esito del rederendum, mentre su Ama ha spiegato che la dismissione delle quote, in attuazione del decreto Ronchi, sarà avviata «per un massimo del 40%, il restante 60% resterà pubblico». Sempre sui rifiuti, il Comune potrebbe realizzare un «impianto di separazione a valle» che effettua la raccolta differenziata in discarica. «La prossima settimana è in programma un incontro tra Regione e ministero dell'Ambiente. Se l'accordo va in porto siamo in condizioni di far partire questo impianto, che ha un costo inferiore a quello della raccolta porta a porta e crea meno disagi». Il Comune potrebbe dotarsi anche di un sistema pubblico di «vuoti a rendere»: bottiglie di vetro e di plastica che possono essere restituite ai supermercati dietro compenso. A Tel Aviv il modello da ottimi risultati: le bottiglie vuote di plastica e di vetro hanno un costo e chiunque può raccoglierle e restituirle ai supermarket o in centr di raccolta e ricevere in cambio un prezzo simbolico. A Roma, il sistema avrebbe benefici visibili, specie nelle zone della movida.