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Le case di cura del San Raffaele non chiuderanno

San Raffaele

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Dopo un braccio di ferro durato oltre due mesi e la minaccia di oltre 1.300 licenziamenti, si ricuce lo strappo tra Regione e Gruppo San Raffaele. Le case di cura degli Angelucci non chiuderanno. Un lieto fine frutto dell'accordo siglato l'altra notte. L'intesa prevede la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, il diritto alla salute garantito per i pazienti, 2.000 posti letto in parte rimodulati in altre attività assistenziali e sociosanitarie, oltre cento contenzioni «del valore di centinaia di milioni» risolti in via transattiva. Sarà poi attivato il nuovo complesso sanitario di Montecompatri e alla struttura di Cassino sarà esteso il riconoscimento di Irccs. A presentare l'accordo, ieri pomeriggio in Regione, la governatrice Polverini, il capo di gabinetto Giovanni Zoroddu, i dirigenti dell'assessorato, il presidente del Gruppo San Raffaele Carlo Trivelli e l'amministratore delegato Antonio Vallone. Il nuovo assetto investe in tutto otto strutture, che operano in cinque Asl: Irccs San Raffaele Pisana, Casa di Cura San Raffaele Cassino, Montecompatri, Villa dei Fiori, Rocca di Papa, Roma Nomentana, Portuense, Velletri. Il numero complessivo dei posti letto (e soprattutto di quelli di lavoro) sarà mantenuto invariato: muterà la distribuzione dei posti tra struttura e struttura e la loro funzione. È prevista la chiusura degli accreditamenti per il Roma Nomentana, che trasferità la sua attività a Montecompatri, dove arriveranno anche parte delle attività di Velletri, e il Villa dei Fiori, che si sposterà anch'esso su Velletri. La continuità assistenziale in ogni caso sarà garantita nelle altre strutture del San Raffaele anche grazie all'uso di navette. Verranno in sostanza riconvertiti quei posti di riabilitazione interessati dal decreto 80 in altre attività come hospice o Rsa. «Il San Raffaele - ha spiegato Trivelli - si divide dunque in due macroaree: l'alta specialità riabilitativa con le due Irccs della Pisana e di Cassino, e l'altra con le attività cosiddette secondarie». «Grazie a tutti coloro che per 70 giorni e 70 notti non si sono mai distratti - ha detto invece la Polverini - Questo risultato è arrivato anche per lo stimolo che abbiamo ricevuto dai comitati che sono nati spontaneamente sia a tutela dei lavoratori che dei pazienti. Abbiamo cercato di guardare caso per caso: l'accordo è soddisfacente, ma è evidente che se c'è bisogno di fare delle piccole modifiche saranno fatte, ma parliamo di cose minimali perché l'accordo di massima è stato fatto. La Regione ha dato fiducia al Gruppo, il Gruppo ha dato fiducia alla Regione. Si è lavorato sui costi della struttura e non su quelli del personale e addirittura in alcune realtà non solo viene mantenuto il livello delle prestazioni ma aumentato». La Polverini si è poi augurata che un accordo analogo venga raggiunto anche con il Santa Lucia. Soddisfatto il presidente del San Raffaele Carlo Trivelli: «Voglio ringraziare la Regione, è stata una trattativa lunga e difficile, ma l'importante è che ci siamo guardati negli occhi e ci siamo alla fine stretti la mano. Come ho firmato 3171 lettere di licenziamento ne firmerò altrettante di revoca». Soddisfatto anche il vicepresidente della Regione Luciano Ciocchetti: «L'accordo è un tassello fondamentale nel riordino della rete ospedaliera. Finalmente si risponde a una grave laguna che per anni ha gravato e trascinato in basso questa Regione. Riusciremo a dare una vera risposta ai malati cronici».

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