Primi schiaffi tra Pdl e Lista Polverini
Il più sintetico (e veloce) è stato il consigliere regionale della Lista civica Polverini, Gianfranco Gatti: «Smentisco categoricamente qualsiasi intenzione di abbandono del gruppo consiliare della Lista Polverini». Per il resto è caos. Le indiscrezioni su un "ritorno" a casa Pdl di alcuni consiglieri eletti nella lista della presidente Polverini grazie all'«adozione» degli esclusi di Roma e Provincia, hanno colpito nel segno. Risvegliando quell'appartenza al partito di orgine rimasta "dormiente" e, soprattutto, lanciando un messaggio decisivo alla governatrice così come, indirettamente, al sindaco Alemanno che, ricordiamo, appoggia il candidato della Polverini a Terracina contro quello del Pdl. Una frattura nata quel 28 febbraio del 2010, quando la lista dei candidati alla Pisana del Pdl della Capitale e della Provincia arrivò troppo tardi per essere ammessa. Uno squilibrio tra le varie correnti che ha dato più potere alla Polverini e meno ad Alemanno. Ora la naturale resa dei conti. La possibilità che alcuni consiglieri eletti nella lista civica ritornino al Pdl non nasce oggi, piuttosto si inizia a concretizzare con la tensione dei ballottaggi. La "guerra" vera e propria arriverà subito dopo. Così, il capogruppo della Lista Polverini, Mario Brozzi lancia un appello: «Alla luce delle prese di posizione emerse in previsione dei ballottaggi, intendo richiamare tutti a un imprescindibile senso di responsabilità. Ai consiglieri in odore di trasferirsi da un gruppo all'altro, restando in maggioranza, chiedo quale ritengano sia l'interpretazione autentica del mandato ricevuto dagli elettori, se sia per loro prioritario essere identificati da un simbolo di partito e se non credono che il loro compito principale sia quello di risolvere i problemi dei cittadini». Un appello platonico sul quale non manca lo scivolone: «Apprezzo e condivido l'operato della mia presidente, Renata Polverini, che sta cercando di costruire un nuovo modello di Regione». Puntualizza il consigliere Giancarlo Miele: «Appare del tutto fuori luogo e spiacevole che Brozzi, che ha usufruito nella campagna elettorale del vantaggio derivato dall'assenza della lista Pdl, definisca Renata Polverini "la mia presidente". Che gli piaccia o no, è la nostra presidente. Eletta su indicazione di Berlusconi, dal Pdl di Roma e Lazio, da La Destra, dall'Udc e Lista Polverini». A riportare la palla al centro ci pensa Pino Palmieri (LP): «Trasferirsi al Pdl non cambierebbe lo stato delle cose. Il regolamento dei conti tra i gruppi non è che la punta dell'iceberg di questioni irrisolte. Occorre correggere la rotta». Dei cinque consiglieri dati come uscenti dalla Lista Polverini, gli unici a tacere, al momento, sono Melpignano e Bernaudo. Il Pd, ovviamente, sguazza: «Lo sfaldamento del Pdl comincia dal Lazio - commenta il capogruppo alla Pisana, Esterino Montino - qui ci sono le avvisaglie di quello che accadrà in Italia dopo i ballottaggi». Non ci sta il vice coordinatore del Pdl Lazio, Alfredo Pallone: «Ci fa francamente sorridere questo nuovo ruolo di Montino che lo vede impegnato a vestire i panni di una Sibilla de' noantri. Al posto suo, dopo la debacle elettorale che ha interessato il suo partito penserei seriamente all'eventualità di dare le dimissioni». Un invito forte a lavare i panni in casa è arrivato dal coordiatore romano del Pdl, Gianni Sammarco: «Ritengo si sia andati oltre l'ordinaria, e spesso salutare, dialettica interna, propria di un grande partito di massa come il nostro, con il rischio concreto che queste alchimie politiche non siano state né comprese né condivise dall'elettorato». Ma gli occhi saranno tutti puntati sul palco di Terracina quando stasera i due candidati chiuderanno la campagna elettorale. L'attesa è per chi salirà sul palco insieme a loro.