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Tre miliardi per la nuova Atac

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Giornata particolare, quella di ieri per l'Atac. Oltre a confermare l'indiscrezione stampa sull'ingresso in Unindustria l'associazione che riunisce le Confindustrie di Roma, Viterbo, Rieti e Frosinone, ha potuto incassare il primo via libera in commissione Bilancio alla valorizzazione di Atac Patrimonio. Su quest'ultimo punto una nota del presidente della commissione Federico Guidi nella quale annuncia anche l'approvazione del bilancio previsionale 2010-2013, che arriverà in aula Giulio Cesare i primi di giugno. «Si tratta di due passaggi importanti - ha sottolineato Guidi - vengono approvate delle misure importanti che da un lato puntano a salvaguardare una delle aziende più importanti e, dall'altro, sono in grado di porre in essere concrete premesse per il rilancio e lo sviluppo dell'economia cittadina. Proprio in questo senso deve essere sottolineato il grande sforzo fatto sul piano degli investimenti da destinare a infrastrutture, strade, scuole e verde, a cui sono destinati ben 4.886 milioni di euro. Il tutto senza toccare la spesa sociale e prevedendo 79 milioni all'ambiente, 637 milioni di euro per i Lavori pubblici, 3 miliardi per il comparto dei trasporti». Ma se di numeri (e di soldi) si continuerà a parlare soprattutto nel già annunciato dibattito in consiglio comunale, a far salire la polemica è stata proprio la notizia dell'ingresso di Atac in Unindustria. Per il centrosinistra un segnale chiaro ed evidente dell'avvia alla privatizzazione dell'azienda del trasporto pubblico capitolino. Al Pd romano che con il segretario Marco Miccoli, ha definito "stravagante e costosa" la scelta dell'azienda, l'Atac risponde con una nota in cui chiarisce che "l'adesione è stata decisa il 10 febbraio all'unanimità dal Consiglio d'Amministrazione, che il contributo di partecipazione è stato di 75.000 euro, in misura assai ridotta rispetto alla quota annua ordinaria di 300.000 euro. Inoltre, aziende a capitale interamente pubblico del settore locale e nazionale aderiscono al sistema confindustriale. Dal momento della sua trasformazione in Spa, Atac ha un ordinamento privatistico che consente l'adesione a tali forme associative. Non esiste alcun nesso fra l'adesione a Unindustria e ipotesi di privatizzazione dell'azienda». Il tempo in questi casi è galantuomo.

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