Dirigente sportivo arrestato per peculato
Ogni mese accendeva il computer da casa e attraverso internet trasferiva somme di denaro in quattro conti correnti. Ogni movimento era pari a circa settemila euro. Operazioni che compieva due o tre volte al mese. Ma non erano soldi suoi, bensì della Federazione italiana sport ghiaccio. Dopo tre anni di trasferimenti di denaro (avrebbe compiuto 45 movimenti bancari illeciti per 300 mila euro) il responsabile amministativo della Fisg, D.C., di 60 anni, è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di peculato, accertata dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Capitale. A far partire le indagini il presidente e rappresentante legale del Coni, Gianni Petrucci, dopo aver riscontrato alcune anomalie presso la Federazione a seguito delle verifiche amministrative eseguite dall'internal audit del comitato olimpico nazionale: quest'ultimo è infatti competente a esercitare l'attività di vigilanza e controllo sull'attività e sui bilanci delle singole federazioni sportive nazionali. Successivamente i finanzieri di via dell'Olmata, con la collaborazione della dirigenza del Coni, hanno passato al setaccio la contabilità e i conti correnti della Federazione sport ghiaccio, fino a individuare una serie di giroconti e bonifici sospetti. Il dirigente, secondo i finanzieri, dirottava il denaro in conti correnti personali, come ad esempio quelli di tre condomini: l'uomo, infatti, svolgeva anche l'attività di amministratore di condominio e quindi aveva la gestione dei conti dove venivano versati i soldi degli inquilini. Proprio lì faceva confluire i soldi provenienti dai tesseramenti, dalle affiliazioni o dalle multe delle società sportive affiliate. Il dirigente, secondo quanto verificato dagli investigatori e dalla sezione della polizia giudiziaria, versava, ad esempio, prima 6.300 euro, poi, trascorse alcune settimane, altri 8.600. Quando il Coni ha scoperto presunte irregolarità nei conti della Federazione, ha avviato una serie di accertamenti. Proprio in questo periodo, il dirigente, probabilmente per paura di essere scoperto, avrebbe falsificato gli estratti conto della Federazione per dimostrare che era tutto in regola. Conti che però non sono tornati alle Fiamme Gialle, che dopo i loro controlli hanno depositato sulla scrivania del procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Assunta Cocomello i risultati delle indagini, permettendo così ai magistrati di chiedere e ottenere l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del dirigente. Al responsabile amministrativo della Federazione, incensurato, è stata applicata dal gip la misura degli arresti domiciliari a causa del «pericolo di inquinamento probatorio, del rischio di reiterazione della condotta delittuosa e della notevole propensione a delinquere».