Balletto degli stipendi Atac L'ad Tosti piglia tutto
Nessuna sorpresa nella riunione del consiglio di amministrazione dell'Atac che si è svolta ieri. Come anticipato da Il Tempo, si è proceduto alla «riorganizzazione» interna e a fissare lo stipendio del neo amministratore delegato, Carlo Tosti. Una delibera, quella varata dai vertici Atac sulla quale è destinata a spaccarsi non solo la maggioranza capitolina ma anche l'opposizione. Partiamo dal dato più "semplice", ricordando tuttavia che una delle cause delle dimissioni dell'ex Ad Maurizio Basile individuate dal sindaco fu proprio quella del «taglio» dello stipendio a 75mila euro, in base a un parere espresso dalla Corte dei Conti. Non più 350mila euro lordi annui insomma ma un compenso per il quale, francamente, non vale la pena affrontare (e risponderne personalmente) le complesse avversità di un'azienda sull'orlo del baratro. Bene. Il consiglio di amministrazione dell'Atac ha deciso di determinare «il compenso integrativo dell'amministratore delegato, in relazione alle nuove attribuzioni conferitegli - precisa una nota dell'azienda - in linea con le normative vigenti e in coerenza con le direttive ricevute dall'azionista Roma Capitale, le quali fissano nella misura di 350.000 euro lordi annui onnicomprensivi l'ammontare complessivo massimo per i vertici operativi delle società controllate dall'amministrazione comunale». La parola chiave è in quelle «nuove attribuzioni». La delibera «taglia stipendi», varata dalla giunta Alemanno appena qualche giorno dopo le dimissioni vincolava il tetto delo stipendio a 350mila euro lordi annui all'amministratore delegato di un'azienda capitolina con una produzione superiore a 250 milioni di euro negli ultimi tre esercizi e per quegli amministratori delegati che «esercitano funzioni esecutive». E qui siamo di fronte alla seconda parola chiave, quella che non spiega le deleghe attibuite all'Ad Tosti. Il Cda Atac ha infatti «deliberato alcune variazioni organizzative fra cui l'istituzione della funzione "Integrazione processi aziendali" al fine di garantire l'adeguamento e lo sviluppo dei processi organizzativi - continua la nota dell'azienda - in coerenza con gli obiettivi strategici, la cui responsabilità è stata attribuita ad interim all'amministratore delegato, ing. Carlo Tosti». Processi organizzativi può significare tutto o niente. Certamente però ci sarà il personale. Un fatto abbastanza anomalo che si lega all'altra, ed ultima, decisione presa ieri dai consiglieri di amministrazione, vale a dire accorpare l'attuale direzione "Affari societari, acquisti e valorizzazione immobiliare" alle attività afferenti la direzione "Affari legali", per l'azienda in tal modo si garantisce «il necessario coordinamento delle problematiche di carattere legale». Da capire se la direzione di questa neo «macro struttura» sarà affidata almeno a un avvocato. Nomine interne, nuovi asset e stipendi. Il primo passo dei vertici Atac lascia, a dire il vero, un po' perplessi. La vera sfida, al di là dei compensi e degli equilibri politici dentro e fuori Atac, è quella del piano industriale, ovvero di quel rilancio aziendale atteso da anni e non ancora arrivato. Stizzita la prima reazione del Pd capitolino con il capogruppo, Umberto Marroni: «Il compenso all'ad Tosti, scelta poco opportuna». Sus. Nov.