Il salasso delle case di riposo
Con quello che costano alle casse capitoline potrebbero tranquillamente essere ospitati in hotel a svariate stelle con spa annessa. Stiamo parlando dei 247 anziani che vivono nelle cinque case di riposo comunali (tutti over 65, in buona salute, autosufficienti ma indigenti) per i quali l'amministrazione spende annualmente circa 11 milioni di euro. Una spesa media mensile di circa 4000 euro ad anziano. I 65 ospiti della Casa di riposo Roma 2 di via Casal Boccone costano pure di più: 5.267 euro a testa (al mese) perché la struttura in cui sono alloggiati è in locazione, 1.665.000 euro all'anno. Uno spreco di risorse pubbliche ereditato dalle precedenti gestioni che la giunta Alemanno ha deciso di interrompere approvando la riforma del sistema case di riposo. Ne parliamo con l'assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso che spiega l'iter della riforma: «Da un iniziale monitoraggio è saltato all'occhio questa diseconomia nella gestione delle case di riposo. Da qui la necessità di riorganizzare che partirà con la chiusura entro la fine dell'anno della Casa di riposo Roma 2. In seguito saranno liquidate anche le altre quattro case di cura. Attenzione non si tratta di tagli ma di redistribuzione più equa delle risorse. Sono 300 gli anziani in lista d'attesa tutti indigenti e aventi diritto all'assistenza. Sarebbero di più. Molti non fanno domanda perché sono scorraggiati. Gli undici milioni di spesa complessiva saranno impiegati in modo tale che riusciremo ad abbattere le liste d'attesa». Nessun anziano si ritroverà per strada? «Certo. I 65 anziani di "Roma 2" potranno scegliere soluzioni alternative e innovative attraverso colloqui individuali con uno staff di esperti che valuterà singolarmente i casi. C'è la possibilità di rientrare in famiglia con l'erogazione di un contributo fino a 1000 euro al mese. Oppure coabitare con un altro anziano o in casa famiglia oppure in una struttura privata in convenzione con il Comune». Che costerebbe comunque di meno? «Una retta di 1500 euro al mese con un risparmio per le casse comunale del 60%. Le attuali case di riposo comunali sono strutture elefantiache con costi fuori mercato. È già partito l'avviso pubblico ricognitivo per le strutture private». Perché gli anziani ospitati nelle strutture hanno paura e non vogliono fare i colloqui? «C'è una campagna di disinformazione e terrorismo alimentata dagli operatori delle cooperative che temono per il loro futuro occupazionale. Nessun anziano sarà cacciato e le stesse cooperative avranno la possibilità di essere reintegrati altrove».