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Albano tramonta, il gassificatore a Castel Campanile

Lago di Albano

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C'è una delibera del Comune di Fiumicino, vecchia ormai di quasi cinque anni, che mette tutto nero su bianco. A Castel Campanile, Palidoro, possono sorgere una discarica e un gassificatore. Il che spiega anche l'atteggiamento di estrema apertura del sindaco Canapini nei confronti delle ipotesi di localizzazione nel Comune di Fiumicino del sito destinato a ospitare il dopo-Malagrotta. «Chiederò immediatamente l'accesso agli atti per capire che genere di studi la Regione Lazio abbia effettuato nell'area», tuona il capogruppo Pd ad interim in Consiglio comunale di Fiumicino Paolo Calicchio. Tali studi hanno riguardato edificabilità, tipo di vincoli e destinazione d'uso dei terreni dell'area nord del Comune di Fiumicino che confina con Valcanneto, Comune di Cerveteri. L'ipotesi di una discarica a Castel Campanile trova infatti più d'una conferma sul litorale romano. L'area, secondo i ben informati, si troverebbe tra via Leopoli e via dei Pascolari: strade sterrate che partono da via di Castel Campanile e dove fino a cinquant'anni fa c'era una cava di pozzolana. Del progetto della discarica di Castel Campanile si sta occupando il commissario del Parco dell'Appia Antica, Federico Berardi, geologo. Il progetto, però, non riguarderebbe solo la discarica destinata a prendere il posto di Malagrotta - ormai satura - ma sarebbe più ampio. I rifiuti prodotti dal gassificatore di Malagrotta finirebbero, secondo il piano attualmente allo studio della Regione, nella vicina area di Monti dell'Ortaccio, mentre Testa di Cane - inizialmente indicata come sito della nuova discarica - ospiterebbe gli inerti, come peraltro già previsto dal piano Verzaschi, attualmente l'unico esistente: quello preparato da Marrazzo non è mai approdato in Consiglio, mentre il piano varato dalla Polverini a dicembre e allo studio dell'Ue a Bruxelles e aspetta di poter approdare alla Pisana per la discussione in aula. A Castel Campanile sorgerebbero la nuova discarica con un gassificatore. Fonti ben informate riferiscono che la Regione sarebbe intenzionata ad abbandonare l'idea di costruire l'impianto di Albano, bocciato a metà dicembre dal Tar ma che potrebbe tornare utile nel caso la differenziata non dovesse decollare e fosse necessario costruire un quinto impianto come previsto del resto dal piano dell'assessore Di Paolo. Un'idea che costerebbe comunque 180 milioni di fondi pubblici: quello dei Castelli è infatti l'unico impianto finanziabile con contributi statali e rinunciarci significherebbe dover sostenere uno sforzo economico enorme. A Fiumicino insomma potranno essere impegnati solo soldi privati. Un ruolo cruciale potrebbe giocarlo la neonata Lazio Ambiente Spa, società destinata ad acquisire il Consorzio Gaia che gestisce gli impianti di Colleferro.

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