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Gli autisti s'attaccano al cellulare

Roma, autista dell'Atac opera al cellulare mentre guida l'autobus

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Gli autisti dei mezzi pubblici possono telefonare. Ma l'Atac li punisce. Se l'autista può telefonare, perché viene punito dall'azienda? Se lo stanno chiedendo i 6.300 autisti dell'Atac, finiti alla gogna mediatica dopo il video di un passeggero che ha immortalato un conducente dell'Atral mentre guida con i gomiti perché ha entrambe le mani impegnate. Un caso limite, stigmatizzato da tutti, che però ha moltiplicato i filmini improvvisati. Anche se ora è chiaro che l'esonero dal divieto di usare il telefonino senza auricolare per gli autisti è sancito dal comma 2 dell'articolo 173 e 82 dal Codice della strada, che equipara i conducenti che trasportano persone su mezzi per conto terzi alle forze di polizia. A Roma i vigili urbani non multano gli autisti se li vedono telefonare. Ma il regolamento interno dell'Atac punisce con un giorno di sospensione gli autisti sorpresi a parlare con il cellulare, anche chi usa l'auricolare. Una punizione che in soldoni costa circa 300 euro al lavoratore, tra mancata retribuzione e contributi persi. E la sanzione disciplinare resta nel curriculum aziendale del lavoratore. Ecco perché la domanda tiene banco tra i dipendenti Atac, e non solo tra quei 200 autisti sorpresi a parlare al cellulare da gennaio 2010 a oggi, sanzionati dall'azienda. Un tema quello delle telefonate ai cellulari, che resta caldo, anche alla luce delle recenti aggressioni agli autisti, l'ultima sulla linea 20 a Tor Bella Monaca, domenica. E in relazione al fatto che «i telefoni di servizio non funzionano per mancanza di manutenzione» ricordano i conducenti. Lunedì pomeriggio i sindacati hanno avuto un incontro con l'azienda su sicurezza e cellulari. E l'azienda si è riservata una risposta venerdì. Il direttore del personale Atac Riccardo Di Luzio ha incontrato Marco Capparelli, segretario Cgil Trasporti di Roma e Lazio insieme agli omologhi Alberto Chiricozzi Cisl, Simona Rossitto, Uil e Valentina Iori, Ugl. «Abbiamo affrontato questo discorso per trovare una soluzione transitoria - conferma Chiricozzi (Cisl), tenendo conto di quanto stabilisce il Codice della strada, conciliandolo con un regolamento provvisorio». Ma chi ha preso una sanzione rivuole la "verginità" sul curriculum, «che sia cancellata la sanzione» ma anche «i soldi indietro».

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